Savona. Serata al casinò, soldi finiti e la decisione di compiere una rapina per “finanziarsi” il resto delle vacanze. Hanno confermato in toto la versione fornita ai carabinieri Daniele Bellapianta e Leon-George Galeotti, i due giovani milanesi responsabili della rapina al Dico di Borghetto e della conseguente sparatoria a Pietra Ligure in cui è rimasto ferito il turista piemontese Corrado Manarin.
L’ammissione di quella che i due hanno definito “una bravata” è arrivata questa mattina nel carcere di Savona davanti al giudice Donatella Aschero, che ha deciso di non attenuare la misura di custodia cautelare. Resteranno così dietro le sbarre i due giovani, assistiti dagli avvocati Mauro Vannucci e Graziano Aschero: entrambi hanno risposto alle domande del gip, collaborando e contribuendo a chiarire la sequenza degli avvenimenti, la fuga prima in macchina verso Pietra e poi a piedi sul lungomare, fino alla resa.
Su questo punto ha insistito in particolare Galeotti, il 23enne grafico e modello di origini rumene: il giovane ha spiegato di aver volontariamente chiesto il telefono ai bagni di Borgio in cui si era nascosto e di aver con quello chiamato i carabinieri per comunicare la propria posizione e consegnarsi.
Sono stati chiariti anche alcuni dubbi sulla pistola giocattolo usata dai due ragazzi: Daniele Bellapianta ha spiegato al gip che era la sua ed era stata acquistata in un’armeria di Milano. “La usavo per fare il tiro a segno nel box di casa mia. Era in auto perché si era inceppata ed era mia intenzione portarla a riparare” sarebbe stata la spiegazione del ventenne.
Se dal punto di vista della rapina il cerchio si è chiuso, lo stesso non si può dire ancora a proposito del ferimento del turista quarantenne, Corrado Manarin, di Nichelino (To), raggiunto da un proiettile vagante alla schiena. Su questo incidente proseguono le indagini per accertare l’esatta dinamica del ferimento: è chiaro ormai che a sparare sia stata l’arma di un carabiniere visto che è stato appurato che la pistola usata da Bellapianta e Galeotti, ritrovata sul sedile della loro Audi A4, era giocattolo. Adesso gli inquirenti, attraverso le perizie balistiche, dovranno capire come il proiettile abbia raggiunto il turista torinese.