Finale, il “Fortezza Film Festival” propone “La volpe e la bambina”

Finale Ligure. Prosegue a Finale Ligure la prima edizione del “Fortezza Film Festival”, ad ingresso gratuito, alla fortezza di Castelfranco.

Domani, giovedì 7 agosto, alle ore 21,30, sarà proiettato “La volpe e la bambina” di Luc Jacquet.

Dopo l’ottima accoglienza che l’iniziativa ha ricevuto, “Fortezza Film Festival” prosegue la sua programmazione con una nuova storia di formazione al femminile tra realtà e finzione.

La proiezione che l’associazione culturale no profit Kinoglaz organizza in collaborazione con il Comune di Finale ligure, Regione Liguria e il consorzio Ifeelgood è l’occasione per vedere un ottimo film d’autore del regista Luc Jacquet, diventato famoso al grande pubblico dopo il film La marcia dei pinguini del 2006.

Anche qui protagonista è la natura ma nello specifico il film “La volpe e la bambina” racconta, appunto, la nascita, gli ostacoli e lo sviluppo di un’amicizia quasi impossibile tra una bambina dai capelli rossi e una volpe. Il risultato si pone tra il documentario naturalistico di fattura convenzionale e la favola ecologista a finalità pedagogica. Gli animali del film (dalla volpe a tutti i comprimari ovvero porcospini, rane, lupi, linci, orsi, cerbiatti, ricci, ermellini, ma anche uccelli e molti insetti) sono davvero protagonisti ma non solo: essi non sono mai né antropomorfizzati né parlanti come nella favole classiche.

Il racconto è narrato in voice over dalla bambina (ma il percorso è sempre di rispetto verso l’animale, verso il suo ambiente naturale e la sua condizione diversa dall’essere umano. In questo racconto di formazione, lo stesso sviluppo psicologico della bambina si misura con il ciclo di vita della volpe e dei suoi simili: quindi esso sarà “stagionale” e “naturale”, modellato sul conflitto predatore-preda, sul corteggiamento, la sessualità e la maternità come sui rischi causati dall’uomo cacciatore e sull’opposizione cattività/libertà.

Solo seguendo liberamente la volpe Titou, lontano dalle sicurezze (casa, genitori), la bambina può apprendere direttamente i comportamenti e il “carattere” della sua amica, nonché comprendere tutta la ricchezza della biodiversità. Come in una storia d’amore. E quando la piccola si smarrisce nello scenario molto affascinante delle grotte, finendo drammaticamente sola in una notte rischiarata dalla luna, può comprendere anche quando paurosa e crudele possa apparire la natura.

Jacquet mescola tutte le tecniche del documentario naturalistico con quelle del cartone animato 2D e 3D, passando per il citazionismo dalla letteratura per l’infanzia (Peter Pan, Alice, Heidi, Pippi Calzelunghe, il Piccolo Principe, e altri). Carrelli, panoramiche, animazioni, trucchi, macrofotografia, microcamere nascoste, animali addestrati e selvaggi (trovati nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise), elicottero e pallone aerostatico per riprese aeree, steadicam, computer grafica: tutto serve a rafforzare il messaggio ambientalista, compresa la contemplazione lenta dei ritmi della natura e della vita degli animali.

Il regista filma questi ultimi (un misto di volpi selvagge e addomesticate) e i paesaggi allo stesso modo, facendo immergere il nostro sguardo nei boschi e nelle grotte per abituarci all’oscurità come alla maestosità dei panorami. Il comportamento della bambina ha un tocco d’inattualità ma è tanto necessario in una società frenetica e inquinata come la nostra.

In tal senso la scelta di due location molto distanti tra loro, come le montagne francesi dell’Ain e il Parco Nazionale d’Abruzzo (in particolare, la Difesa di Pescasseroli e i Prati d’Angro nel comune di Villavallelonga), vale a ricreare un “ambiente ideale”, in una combinazione di pezzi diversi di natura.

La volpe e la bambina racconta la natura vista dall’infanzia. Per questo c’è una mescolanza di messa in scena e riprese “rubate”: una parte selvaggia per rispecchiare i comportamenti della volpe e una parte di finzione per la bambina.

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