Economia

Tirreno Power, è sempre bagarre sui dati ambientali. L’azienda: “Pronti ad investire”

Tirreno Power operazione trasparenza

Vado. La bagarre sui dati della qualità dell’aria relativi alle emissioni della centrale a carbone di Vado prosegue ed l’azienda Tirreno Power a rispondere rispetto ai numeri forniti dalla Rete Savonese Fermiamo il Carbone.

“Non è vero che la centrale nel 2013, nel periodo calcolato dai dati Arpal, andasse a regime ridotto, era identico al 2012: i dati di potenza sono inviati in tempo reale ai comuni e la potenza della centrale è sostanzialmente invariata nei quattro quadrimestri indicati dai valori delle centraline”.

“Non è vero che i calcoli delle emissioni riguardassero solo alcuni giorni, ma sono stati calcolati tutti i giorni disponibili nell’arco di tempo considerato. Bizzarro che siano loro a ridurre i tempi a due mesi e a un anno diverso dall’ultimo cercando una finestra che sostiene la loro tesi”. Per l’azienda i quattro mesi scelti nei quali la centrale è stata completamente ferma sono indicativi, con dati simili in tutti mesi degli ultimi anni.

“Le variazioni delle polveri paiono decisamente indipendenti dal funzionamento della centrale. E’ ovvio che la centrale emette polveri, ma il contributo è del tutto irrilevante nel quadro complessivo”.

“SO2 ha avuto variazione di qualche punto su 125 stabiliti dalle norme per la difesa dell’ambiente e della salute. C’è una influenza della centrale, ma è davvero minimale”.

Ma lo scontro non è solo sui dati della qualità dell’aria, ma anche sul fronte del piano industriale e sulle indiscrezioni su un documento dell’azienda che prevede la chiusura degli impianti nel 2018. “Relativamente al piano industriale si precisa che di norma vengono elaborati diversi scenari anche da un punto di vista temporale. In particolare, il documento citato fa esplicito riferimento ad un assetto industriale coerente con quello presente all’atto del finanziamento originario. L’utilizzo dello stesso era, quindi, strumentale alla negoziazione in corso con le banche. Eventuali investimenti aggiuntivi rilevanti, sia relativi al nuovo gruppo che al revamping completo dei gruppi esistenti, coerentemente con l’AIA approvata, avrebbero necessariamente dovuto far parte di un pacchetto di finanziamento ad hoc ed incrementale rispetto a quello attualmente in discussione” afferma l’azienda.

“In merito agli interventi di ambientalizzazione, oggetto dell’istanza di rinnovo anticipato dell’AIA, si precisa che sono stati oggetto di una delibera del CdA il 5 maggio scorso e sono attualmente considerati nella proposta di rifinanziamento della società”.

Sulla vicenda è intervenuta oggi il segretario provinciale della Cgil Fulvia Veirana: “Sono stata convocata in procura venerdì insieme ai miei colleghi di Cisl e Uil. Ho sempre avuto fiducia nelle Istituzioni, mi sono messa a disposizione dei magistrati perché credo sia importante che tutti contribuiscano a ricomporre la difficile situazione che riguarda le prospettive dei lavoratori del sito della centrale di Vado-Quiliano” prosegue la sindacalista. “Non ho fatto dichiarazioni al termine dell’incontro per mantenere il necessario riserbo ed evitare inquinamento o strumentalizzazioni sulle indagini”.

“Sul presunto piano segreto di Tirreno Power che prevederebbe la chiusura degli impianti nel 2018 nessuno di noi conosce l’esistenza. Non ho mai avuto notizia, infatti, in alcun modo della volontà dell’azienda di chiudere la produzione nel 2018. A noi, alle istituzioni ed ai ministeri, l’azienda ha presentato un progetto industriale che prevede il rifacimento dei gruppi a carbone per consentire di mantenere la produzione in equilibrio con la tutela dell’ambiente. Mi auguro che questo piano decolli e che i lavori e la produzione possano partire molto rapidamente”.

“Sono e rimarrò a disposizione della magistratura che spero possa giungere al più presto alla conclusione dell’indagine. Invece, con buona pace di chi prova a strumentalizzare la vicenda, continuerò a battermi perché l’attività industriale possa proseguire e perché l’azienda si decida ad investire per rendere compatibili gli impianti e per riportare le emissioni molto al di sotto di quanto la legge stessa preveda” conclude il segretario provinciale della Cgil.

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