Economia

Tirreno Power, la centrale non incide sulla qualità dell’aria: ecco i nuovi dati

Vado L. Ecco i nuovi dati sull’inquinamento a Vado Ligure che arrivano in vista del convegno organizzato domani al Priamar di Savona sull’impatto del carbone per la salute e la funzione sociale del medico, organizzato da WWF Italia, Ordine dei Medici della Provincia di Savona e Associazione Medici per l’Ambiente ISDE Italia. Al centro il confronto sull’inquinamento prodotto dalla centrale a carbone di Vado Ligure.

Tuttavia il confronto fra i dati a centrale attiva e a centrale spenta parlano chiaro ed indicano che non c’è una variazione oggettiva, anzi si rivelano alcuni valori più alti proprio nel periodo in cui l’impianto vadese è stato inattivo. La dimostrazione arriva dal quadro scientifico dei dati Arpal disponibili e aggiornati, per l’inquinamento prodotto dalla centrale di Vado relativa alle emissioni di polveri e SO2.

Invece, sia il report di Greenpeace realizzato dall’Università di Stoccarda, sia il pneumologo Paolo Franceschi all’epoca consulente scientifico dell’Ordine dei Medici, sostengono che il principale danno alla salute deriva dalle polveri sottili PM10 e PM2,5. “La quota di polveri sottili primarie emesse da una centrale a carbone è assai cospicua. Per una centrale di medie dimensioni, come quella di Vado – Quiliano (Sv) di 660 MW, nel distretto di Vado, Quiliano e Savona, pari a 75 mila abitanti nel 2001, il contributo della centrale a carbone è pari al 35% del totale, mentre quello attribuibile al traffico veicolare è del 22%, del 15% quello delle altre industrie e del 12% quello del riscaldamento domestico” aveva già riferito nella sua relazione tecnica risalente al 2007.

Secondo questa tesi, con il fermo della centrale era logico attendersi un calo delle polveri del 35%, invece i dati reali indicano che le polveri sono aumentate, come dimostra la situazione delle due centraline più vicine alle emissioni della centrale, cioè Quiliano e Vado Ligure.

I dati indicati coprono il periodo 11 marzo – 10 luglio del 2013 e 2014 (l’11 marzo 2014 è stata fermata la centrale), quindi quattro mesi esatti, un lasso temporale non influenzabile da condizioni meteorologiche od altri fattori esterni.

Il valore soglia per la tutela della salute e dell’ambiente delle polveri, media (M=media giornaliera) su base annua è di 40 µg/m3 e giornaliero di 50µg. Per i valori di PM10 a Quiliano nel 2013 la media è stata di 17,64, a Quiliano nel 2014 di 19,06. A Vado nel 2013 la media è stata di 20,46, mentre nel 2014 di 22,99.

Per i valori di PM2,5 a Quiliano nel 2013 la media è stata di 10,97, nel 2014 si attesta ad 11,21. A Vado Ligure nel 2013 la media è stata di 11,88, nel 2014 di 12,61.

Per il biossido di zolfo, il cui valore medio giornaliero per la difesa della salute e dell’ambiente deve essere di 125 µg/m3, vede a Quiliano nel 2013 un dato medio di 5,16, mentre nel 2014 il valore è di 3,98. A Vado nel 2013 la media è di 5,52, nel 2014 di 4,63. In questo caso si è avuta una riduzione di una media circa di 1µg/m3, su un valore massimo di 125 µg che è il limite stabilito dalla legge.

Le stesse rilevazioni sulla qualità dell’aria, come quella dell’Organizzazione Mondiale della Sanità con i dati sulle polveri inquinanti nel periodo compreso tra il 2008 e il 2012 vedono nel savonese una concentrazione media pari a 21, contro una media mondiale di 71 μg/m3, con oscillazioni regionali tra 26 e 208. Anche secondo il rapporto di Legambiente sul “Mal d’Aria” Savona è al 67° posto, con soli cinque giorni di sforamento dei livelli inquinanti. Anche i valori di monossido di carbonio sarebbero sempre stati rispettati e non subiscono sostanziali variazioni con la centrale non operativa.

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