Economia

Scandalo Carige, show Menconi nell’interrogatorio: “Berneschi la mia disgrazia”

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Liguria. Show durante l’interrogatorio di Ferdinando Menconi, 71 anni, ex amministratore delegato di Carige Vita Nuova, ai domiciliari dal 22 maggio scorso insieme all’ex presidente dell’istituto bancario genovese Giovanni Berneschi e ad altre cinque persone per associazione a delinquere finalizzata alla truffa e al riciclaggio.

In una pausa del lungo interrogatorio davanti ai pubblici ministeri Nicola Piacente e Silvio Franz, Menconi si è fermato in corridoio spaziando con i cronisti presenti sugli argomenti più vari, davanti agli attoniti avvocati.
“Sono allegro perché sono convinto di uscire presto” ha detto guardando il suo difensore. ”Berneschi? La mia disgrazia” ha aggiunto, con una delle poche battute attinenti al procedimento in corso, visto il divieto di rilasciare interviste.

“La magistratura è stata ineccepibile, la Guardia di Finanza anche, ma questa storia deve finire presto sennò sarebbe una prevaricazione nei miei confronti” ha aggiunto.

Due battute anche sull’attuale condizione detentiva: “Sono 70 giorni che vivo da solo in poco più di 40 mq”. Menconi ha poi spaziato dal Genoa: “Io sono tifoso della Fiorentina ma alla fine degli anni Ottanta stavo per comprarlo”, alla scuola: “Ne ho comprate due ma sono riuscita a salvarne solo una”, a Renzi: “Gli ottanta euro sono come la paga del soldato ma è bene che si siano” alla vicenda Alitalia: “Atteggiamento imbecille quello della Uil”, ai ricordi di famiglia dal parente capitano di vascello allo “zio medaglia d’oro della resistenza”. “Nella mia famiglia- ha concluso – siamo gente tosta, solo io sono una belina”.

Dopo oltre 5 ore di interrogatorio Menconi è stato riaccompagnato a Milano dai militari della Guardia di Finanza. Uscendo ha scambiato solo poche battute “Ho l’ordine di tacere sennò mi mandano in Svizzera”. E ha concluso: “Dopo tutto quello che ho raccontato spero di uscire presto”.

Ai pubblici ministeri, che probabilmente hanno faticato non poco a contenere le sue divagazioni, Menconi avrebbe detto che l’Admiral l’avrebbe acquistato insieme a Berneschi con i soldi della moglie, circa 15 miliardi di lire. Sugli acquisti a prezzi gonfiati si sarebbe limitato a dire che il ramo assicurativo era controllato dalla banca e sarebbe stata quest’ultima, cioè lo stesso Berneschi, a decidere tutto. Ma, a differenza delle battute con i giornalisti, Menconi con i pm se la prende soprattutto con il faccendiere Sandro Calloni, con cui si rimpalla i documenti relativi a compartecipazioni societarie che i magistrati gli sottopongono e anche l’attribuzione dei famosi soprannomi (“il Magro” per Berneschi, “Fazzoletto” per Cavallini e via così) per tentare di sviare le intercettazioni a cui sospettavano di essere sottoposti.

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