Politica

Savona non aderisce a “Decoro Urbano” e “Salviamo il paesaggio”, attacco M5S: “Comune ‘innamorato’ delle partecipate”

comune savona

Savona. Il comune decide di commissionare una serie di statistiche ad Ips su immobili e capannoni sfitti e inutilizzati: e a Savona scoppia di nuovo la polemica, ad un anno di distanza da quella che aveva interessato il progetto “Decoro Urbano.

In entrambi i casi le critiche provengono dal Movimento 5 Stelle: l’accusa al Comune è di privilegiare eccessivamente le società partecipate (allora Ata, oggi Ips) pagando loro progetti per i quali già esiste un’alternativa gratuita. I “grillini” individuano un vero e proprio schema: “Esiste la possibilità di realizzare qualcosa a costo zero per i cittadini. Qualcosa, magari, già ampiamente sperimentato in altri comuni grandi e piccoli. Improvvisamente ci sono ritardi, dubbi e ostacoli. Gli uffici pongono obiezioni, avanzano spiegazioni su spiegazioni, cercano soluzioni differenti, lunghe e faticose. Ci si ritrova davanti un muro”.

“E’ a quel punto che si scopre – dicono – che deve intervenire una partecipata. Sembra che nulla possa essere fatto, in Comune a Savona, senza l’intervento di una partecipata. E comunque, con un costo diverso da zero”.

La prima volta, come detto, si trattava dell’adesione a Decoro Urbano. “Uno strumento di e-government, gratuito, già ampiamente diffuso, mediante il quale si possono segnalare, tramite pc, smartphone e altri strumenti, situazioni di degrado ambientale, permettendo agli uffici preposti di intervenire e di informare in tempo reale sull’avanzamento della cosa”, spiegano dal Movimento, che a giugno 2013 presentò una mozione in consiglio approvata all’unanimità. Tre mesi dopo il dietrofront: “L’assessore Lugaro ha spiegato che erano insorte difficoltà, che gli uffici non avevano sufficienti risorse (quando questo progetto è studiato proprio per non richiedere risorse aggiuntive!) In compenso, era stato rispolverato un progetto della partecipata Ata, di analogo scopo, e si era deciso di andare avanti con quello. Costo: 500 euro l’anno più iva”.

Il 26 giugno il nuovo caso, con un’interpellanza di M5S, Pongiglione e Arecco. Si tratta del censimento di immobili e capannoni sfitti e inutilizzati: Salviamo il paesaggio ha lanciato l’iniziativa con un questionario distribuito su scala nazionale, già nel 2012. “A suo tempo il Comune di Savona aveva deciso di aderire, ma riscontrato difficoltà nel far compilare agli uffici il documento – raccontano i grillini – Si era pensato di coinvolgere gli studenti dell’Istituto Tecnico, contattando la Preside per i primi accordi. Costo zero, puro volontariato, tranne una semplice assicurazione. E anche un’ottima occasione educativa. Dopo di che, un lungo silenzio, di mesi e mesi, seguito da un articolo di giornale che annuncia l’incarico per il censimento alla partecipata Ips”.

Da qui l’interpellanza, con risposta dell’assessore Di Tullio: “Gli uffici, non volendo accontentarsi di un mero dato statistico, hanno elaborato tutta una serie di richieste molto dettagliate, per una analisi pignola della situazione, e incaricato appunto Ips – spiegano i pentastellati – ad un costo, però, di 34.000 euro”.

“Com’è che non ci si può accontentare di una applicazione già perfezionata (Decoro Urbano) o di una indagine statistica semplice e fatta bene, che dia indicazioni precise in tempi rapidi, ma occorre ampliare gli obiettivi, complicare e allungare i tempi a dismisura? – chiedono polemicamente dal M5S – Com’è che in tutta Italia comuni di ogni tipo forma e colore hanno aderito a Decoro Urbano senza alcun problema, e ugualmente senza difficoltà hanno rapidamente compilato il questionario di Salviamo il Paesaggio? Cosa rende differente il Comune di Savona da tutti gli altri? Mistero”.

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