Bardineto. E’ stato depositato ieri il risultato degli esami tossicologici sulla salma di Nicola Mazza, il giovane 28enne ritrovato morto a Bardineto lo scorso 5 marzo dopo una fuga durata quasi due settimane. Secondo il referto Mazza non aveva assunto alcun farmaco: esclusa quindi l’ipotesi che abbia potuto togliersi la vita volontariamente, ma confermato invece che ad ucciderlo sono stati il freddo e gli stenti, come era emerso dopo l’autopsia del medico legale Marco Canepa.
Il ragazzo di 28 anni era scomparso da Bardineto il 23 febbraio e trovato cadavere una decina di giorni dopo a Toirano, sulla rive del torrente Varatella, nella zona del Salto del Lupo. L’autopsia ha escluso che all’origine del decesso ci sia qualche gesto di violenza da parte di terzi o qualche trauma: il corpo non riportava traumi, lesioni o ferite particolari.
La morte è arrivata quindi per cause naturali, come ipotizzato sin dalla prima ricognizione del cadavere. Mazza era molto dimagrito, aveva i piedi gonfi per il molto camminare, e presentava segni di ipotermia: fatali dunque la debolezza fisica e l’abbigliamento inadeguato con temperature molto rigide nella notte. Il cadavere è stato trovato da un pescatore, sulla parte rocciosa della riva del torrente, in una posizione “rannicchiata”, con i vestiti inzuppati: è possibile che Nicola Mazza ad un certo punto non ce l’abbia più fatta e si sia lasciato andare, adagiandosi sotto ad una roccia. La morte dovrebbe risalire a 48 ore circa prima del ritrovamento, quindi al 3 marzo.