Economia

La Liguria si libera dei suoi derivati, non tossici, ma ad alto rischio: “Tolto un mattone che ci pendeva sulla testa”

Pippo Rossetti

Liguria. 420 milioni di derivati in scadenza nel 2034, che “dovremmo restituire a chi ha sottoscritto le obbligazioni corregionali nel 2004-2005”. Un sistema complicato quello dei derivati.

Titoli che per la Liguria “non sono stati tossici”, ma che restano comunque ad alto rischio. Per questo è stato deciso di estinguere anticipatamente tre contratti sottoscritti tra il 2004 e il 2006 per l’ammortamento del debito di un prestito obbligazionario.

“Corte dei Conti e Mef e, con il senno di poi il buon senso rispetto all’andamento dell’economia, hanno portato a chiudere questa esperienza senza danni per i liguri, ma togliendo di fatto un mattone che pendeva sulla testa di tutti noi da qui al 2034”, ha detto oggi in conferenza stampa l’assessore regionale al Bilancio Pippo Rossetti.

“Abbiamo gestito in modo prudente il nostro debito – ha spiegato Rossetti- non abbiamo avuto perdite, ma come hanno detto Corte dei Conti e Mef questi prodotti sono ad alto rischio e un’amministrazione pubblica non può lasciare incognite in eredità a chi verrà dopo e, soprattutto, ai liguri nel caso si dovessero restituire decine di milioni”.

“Noi non volevamo correre questo rischio – ha sottolineato – e quindi oggi a Londra abbiamo transato”. Con una “buona chiusura” per la Liguria. “Abbiamo una pianificazione che consente, magari con un aiuto di Cassa Depositi e Prestiti, di restituire i 420 milioni prestati senza però lasciare incognite in pancia al nostro bilancio”, ha riferito l’assessore.

A oggi, infatti, la corretta gestione dei fondi con titoli sovrani prevalentemente italiani ha consentito di non avere code e aggravi. “Chiudiamo senza aver tolto nulla ai liguri, anzi”. Ma la crisi e non solo rende rischiosi questi titoli. “Noi diamo risorse a Nomura e Nomura fa investimenti – ha spiegato Rossetti – se avesse preso titoli dalla Grecia per esempio, noi ora saremmo in default. Certo – ha aggiunto – Non credo che Nomura fallirà da qui al 2034, ma il rischio è che i titoli acquistati da chi gestisce il nostro capitale vadano all’aria. In quel caso la Regione dovrebbe pagare come una banca per rimediare alla cattiva gestione per cui gli utili sono in testa a chi gestisce, e i rischi, però, a chi mette i soldi”, Regione in primis.

A questo punto la Regione Liguria, in forza delle disposizioni dell’articolo 45 del Decreto Renzi potrebbe proporre agli obbligazionisti il riacquisto “richiamare” il prestito obbligazionario di 420 milioni (ricomprando, appunto, le obbligazioni) e finanziandosi con un mutuo del Mef (a tasso basso, rendimento Btp a trent’anni). Se non riuscisse a concludere l’operazione, la Regione Liguria, secondo quanto previsto dalla normativa in materia, dovrà vincolare i 191,6 milioni come accantonamento per restituire poi i complessivi 420 milioni di euro attraverso un proprio fondo di ammortamento. Pertanto tali risorse non potranno rappresentare in ogni caso finanziamento per nuova spesa sul bilancio regionale

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