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Formazione, investimenti e patentino: allenatori, giocatori e dirigenti savonesi spiegano il futuro del calcio

Calcio Juniores regionali Veloce Finale
Foto d'archivio

Savona. La crisi del calcio italiano è argomento di discussione ad ogni livello. Dopo le dichiarazioni di Felicino Vaniglia, selezionatore tecnico delle rappresentative della delegazione provinciale di Savona, sulla necessità di lavorare in modo adeguato sui giovani (leggi qui), IVG ha deciso di aprire un dibattito tra gli addetti ai lavori delle società savonesi.

Ne è venuto fuori un ricco e piacevole dibattito. Iniziamo oggi a pubblicare alcune testimonianze degli addetti ai lavori.

Nei prossimi giorni continueremo con altre sollecitazioni giunte da chi il mondo del calcio lo conosce e lo vive quotidianamente.

Federico Larosa, responsabile scuola calcio F.B.C. Veloce 1910

“Ho letto con attenzione  le parole di mister Vaniglia. Condivido quanto detto. Io, da qualche anno, mi occupo di scuola calcio e troppe volte ho trovato persone di grande disponibilità personale ma di pochissima preparazione dal punto di vista tecnico. Ci vuole una direttiva unificata, un modo di pensare, una filosofia tecnico-tattica e lavorare su questa. E non può essere legata alle capacità di singoli istruttori. Deve essere la federazione a prendere in mano la situazione con investimenti economici, culturali e di risorse umane. Il calcio di oggi non può prescindere da investimenti e formazione professionale tutto ciò non può essere un costo a carico dei singoli”.

Matteo Solari, responsabile tecnico settore giovanile Asd Cairese 1919

“Ho letto le parole del mister Vaniglia. Condivido assolutamente i concetti espressi. La tecnica deve essere la base di ogni discorso. Noi qui a Cairo sono 2 anni (da quando sono io responsabile tecnico del settore giovanile ) che abbiamo focalizzato gli obiettivi e stilato un vero e proprio programma di lavoro concatenato per gli allenatori. Ma la domanda più importante è una: ci sono in giro tanti bravi allenatori in grado di poter trasmettere in maniera adeguata concetti apparentemente semplici quali la tecnica di base o la tecnica applicata? In Italia il patentino lo si dà troppo facilmente a tutti. Basta pagare mentre bisognerebbe, invece, che il patentino lo conseguisse solo chi realmente lo merita. Anche attraverso dibattiti, non solo lezioni di docenti ormai passati alla storia medievale. Chiudo tornando ad un concetto di mister Vaniglia: troppo spesso l’impegno profuso e’ sottopagato o addirittura regalato. Non si può fare professionalità gratuita, perché abbassa la qualità del prodotto offerto”.

Fabio Cordiale, allenatore Millesimo

“Le parole sono belle ma bisogna passare dalle parole ai fatti. Iniziamo a lasciare che a fine stagione tutti e soprattutto i bambini siano liberi di andare dove vogliono per seguire l’amico o divertirsi. Io non ho mai preso un centesimo e il patentino me lo sono sudato. I cosiddetti allenatori specializzati hanno bisogno di squadre che spendono tanto. Io la scorsa stagione ho lottato sino alla fine del campionato a costo zero; mi tagliavo l’erba, mi facevo le righe del campo alla domenica mattina e ritiravo le maglie sporche a fine partita sempre a costo zero. Datela a me una squadra di Eccellenza. Non serve un ds per fare una squadra per conquistare una classifica dignitosa. Serve solo passione. Non c’è da studiare, c’è da camminare altrimenti la teoria rimarrà teoria e i ragazzi non verranno più a giocare a pallone. Quando chiami un allenatore per  allenare i bambini, la prima cosa che ti chiedono è: quanto è il rimborso? E, poi, decidono di andare a Vado, Cairo o Savona. Come si fa a combattere senza soldi? È una guerra persa in partenza”.

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