Cronaca

Aurelia bis, danni causati da un rio sconosciuto all’impresa: “Nessuno ci ha detto nulla, lo scopriamo ora”

Savona. Un rio della cui esistenza l’impresa che esegue i lavori per la realizzazione dell’Aurelia Bis non era al corrente. Potrebbe essere questa la causa dei danni e delle crepe apertesi recentemente nel condominio di via Turati situato affianco al cantiere in cui sono in corso gli scavi: a scoprirlo, questa mattina, alcuni campionamenti decisi dall’impresa dopo le forti lamentele degli abitanti negli scorsi giorni.

Problemi e polemiche che vanno a sommarsi a una situazione già tesa. “Sono stanca – lamentava un’abitante già prima dell’arrivo dei progettisti – ho 80 anni e sono costretta a fare una strada che non reggo più. Devono fare qualcosa per darci un po’ più di comodità: sopporto tutto questo, però devono farci dei servizi che non abbiamo, giardini, parcheggi”.

E ai disagi si somma ora la preoccupazione, con crepe che si stanno aprendo sia sui muri esterni del palazzo che dentro alcuni appartamenti e sui pavimenti dei garage. L’ipotesi degli abitanti è quella di un innalzamento del livello dell’acqua di un rio che passa sotto lo stabile, a causa proprio dei lavori per l’Aurelia Bis, come conferma Pino Procopio del Comitato Villapiana: “Al momento non c’è stato nessun tipo di scavo sotto al fabbricato del civico 1. Poiché è inimmaginabile che esistano dei movimenti senza una ragione precisa, durante una serie di studi fatti osservando i progetti dell’Aurelia bis abbiamo avanzato l’ipotesi che la fogna bianca che viene giù da San Rocco, una località proprio sopra quest’area, sia stata chiusa dalle ‘berlinesi’, ovvero dai pali e dai tiranti fatti sotto la casa per rinforzarla”.

Un lavoro propedeutico alla sicurezza che però si sarebbe trasformato in un boomerang: “Non potendo più scaricare, l’acqua si è allargata sotto al bacino, perché qui siamo al fondo di una valletta e tutte le acque vengono a scaricarsi qui”. E i rilievi di stamane conforterebbero questa ipotesi: durante le perforazioni è stata trovata dell’acqua a circa 8 metri di profondità. Nel confronto di questa mattina tra i numerosi abitanti e l’impresa è emerso però un ulteriore dettaglio: i progettisti non erano a conoscenza dell’esistenza del rio. “Ci sono molte cose che all’inizio non sapevamo e il comune non ci ha detto – spiega Giovanni Tofani – le abbiamo poi scoperte parlando con gli abitanti”.

Tra queste anche l’esistenza del rio incriminato. L’impresa aveva notato la presenza di acque in quella zona e ne aveva anche richiesto una analisi, ma non ne conosceva la provenienza. “Stiamo procedendo con le indagini – continua il progettista – ne abbiamo fatta una sismica ed ora si sta procedendo con un sondaggio e cablaggio continuo per verificare qual è lo stato sotto l’edificio”. Le centraline installate a suo tempo hanno rivelato, negli ultimi 12 mesi, un cedimento del fianco dello stabile di circa un centimetro. “Ma non sappiamo se è direttamente o meno collegato alle opere per l’Aurelia Bis – prosegue Tofani – si tratta di un condominio che era già ‘in crisi’ prima dei lavori, certo è possibile che il cantiere abbia ostacolato il normale fluire delle acque”.

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