Amministratori e agricoltori assieme per la tutela dei boschi: il savonese al centro di un progetto europeo:

Finale Ligure - zona boschiva Calvisio

Calizzano/Arnasco. Un progetto che mette assieme le esperienze italiane (del Savonese), francesi (regione del Ventoux) e greche (area di Larissa) per salvare i boschi. Benedetto dall’Unione Europea, il progetto è iniziato questa settimana con incontri tra delegazioni di associazioni di agricoltori, Gal (i gruppi di azione locale), imprenditori della terra e amministratori pubblici a Calizzano e ad Arnasco.

Con le introduzioni del sindaco di Calizzano Olivieri e dell’assessore allo sviluppo economico della Provincia di Savona Sambin. Dice Maria Lucia Benedetti, da tre anni direttore di Coldiretti Savona: “La Liguria è la regione italiana con la più alta percentuale di bosco, quasi l’80% del territorio, e il Savonese è la provincia in cui c’è la maggiore concentrazione di attività legate al bosco: dal legno, alla raccolta delle castagne e dei funghi e alla loro trasformazione. Per questo era logico partire dalla nostra zona. Ma la tutela del bosco è anche difesa ambientale e salvaguardia da catastrofi naturali”.

Incontri ricchi di idee e di esperienze: i francesi del Ventoux (area notissima per il Tour de France) hanno proposto le proprie coltivazioni, il rilancio turistico della zona, la creazione di un parco. Così come i greci di Larissa (l’area a più alta concentrazione agricola della penisola), parlano del controllo di qualità dei prodotti.

E tutti propongono le proprie idee per il rilancio turistico delle zone boscose e della difesa ambientale di questo patrimonio inestimabile. Gli italiani, dal canto loro, propongono attraverso Dario Franchello l’esperienza di intervento (oltre un milione di investimento lo scorso anno) sui sentieri e sui casolari nel parco del Monte Beigua, a cavallo tra le province di Savona e di Genova, e l’idea della realizzazione di un “parco mare-monte”.

Fondamentale l’esperienza del Cersaa, il Centro di sperimentazione e assistenza agricola: Giovanni Minuto presenta gli studi che hanno consentito di individuare gli insetti e gli altri agenti che “aggrediscono” e uccidono il bosco.

Non solo il cinipide (Dryocosmus Kuriphilus) che attacca il castagno e che si combatte grazie a un altro insetto, il Torymus Sinensis, ma anche la Dresophila Suzuki, parassita della frutta, la Vespa Vellutina, che uccide le nostre api, o la cimice del nocciolo, o il fungo Armillaria Mellea che si “attacca” agli alberi, divorandoli letteralmente. E Fabio Rotta di Coldiretti che presenta le esperienze di formazione di personale forestale avviato recentemente assieme alla Regione Liguria. Così come Francesco Santamaria della cooperativa “Il Teccio” racconta i dodici anni di esperienza di questa attività tra Calizzano e Murialdo.

“Il bosco – dice Benedetti – sta diventando sempre più importante e anche la Regione se ne è accorta varando alcune leggi che consentono di dare in affidamento a privati i boschi demaniali abbandonati e la nascita della banca della Terra per registrare tutte le terre incolte e poterle assegnare ad aziende che vi lavorino”.

Proprio Calizzano, del resto, è un esempio “virtuoso” di rapporto col bosco, con la presenza di molte aziende che, oltre al legname, si occupano di raccolta e lavorazione di funghi, frutta (marmellate), castagne (biscotti, farine, gelati, eccetera). Soprattutto la castagna che in questa zona si essica nei tipici “tecci”, cascine destinate a questa finalità.

Nel corso degli incontri italo-greco-francesi si è anche evidenziato il problema della salvaguardia e della manutenzione dei muretti a secco che, sotto ogni latitudine, rappresentano una difesa del suolo.

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.