Cronaca

Spese pazze in Regione, dopo Marylin Fusco indagato anche il marito Giovanni Paladini

Giovanni Paladini

Liguria. Un nuovo indagato nell’inchiesta sulle spese pazze alla Regione Liguria: dopo le dimissioni di Maruska Piredda, ex consigliera regionale eletta nelle fila dell’Idv e poi passata al Gruppo Misto, e della collega Marylin Fusco, ora tacca a Giovanni Paladini, ex parlamentare Idv e marito proprio di Marylin Fusco, cui la Procura di Genova contesta l’ipotesi di reato di peculato.

L’inchiesta si allarga, quindi, dopo che la giornata di ieri ha registrato l’arresto delle due ormai ex consigliere regionali, ai domiciliari in quanto “sia per Marylin Fusco che per Piredda si è profilata la possibilità di reiterazione del reato e il pericolo di inquinamento probatorio”. Nell’ordinanza di arresto della moglie il gip Roberta Bossi scrive che Fusco “agendo in concorso col marito Giovanni Paladini si è appropriata di 981,5 euro per l’acquisto di beni non inerenti alle iniziative politiche del gruppo consiliare facendosi rilasciare scontrini frazionati o senza indicazione del bene acquistato”.

In particolare sarebbe così avvenuto in occasione dell’acquisto da parte della Fusco di un portablocco di lusso effettuato nel 2012. Una dipendente del negozio ha infatti riferito: “Mi ricordo di una vendita fatta alla Fusco, in particolare quella effettuata il 16.1.2012 riguardante un portablocco in pelle della Mont Blanc per un totale di 375 euro. Mi ha chiesto specificatamente di frazionare l’acquisto del portablocco in tre scontrini, di non indicare sullo scontrino il bene venduto e il codice corrispondente”.

C’è poi una spesa di 175 euro, imputata alla voce “rappresentanza” nel rendiconto del 2012, giustificata da uno scontrino “generico” emesso in data 21.4.2012 dalla stessa cartoleria. E’ emerso – scrive il gip – che tale scontrino riguarda l’acquisto di gemelli Dupont da parte di Paladini Giovanni, il quale ebbe a richiedere alla commessa “di non far comparire sullo scontrino i gemelli acquistati”.

Ma insieme i coniugi Paladini avrebbero anche speso nel 2010 “3947 euro in tutto per l’acquisto di beni non inerenti alle iniziative politiche del gruppo consigliare ovvero alle attività collegate ai lavori del Consiglio di ciascun Gruppo consiliare, facendosi rilasciare gli esercizi commerciali scontrini frazionati e/o senza indicazione del bene acquistato, al fine di evitare che venisse accertata la non inerenza dei beni acquistati alle iniziative politiche del gruppo consigliare ovvero alle attività collegate ai lavori del Consiglio di ciascun Gruppo consiliare”.

Nette infine le parole del gip riguardo alle arrestate: “Dalle risultanze istruttorie è emerso che neppure il timore di controlli o di indagini in merito alla destinazione dei contributi ha rappresentato per le indagate un efficace deterrente. Pur a fronte delle pressanti richieste dei giornalisti di visionare le spese dei gruppi e anche dopo il sequestro presso la Regione Liguria della documentazione inerente i rendiconti dei gruppi consiliari degli esercizi 2010 e 2011, la Fusco e la Piredda hanno continuato a distrarre le somme ricevute, spendendole per fini personali. L’unica preoccupazione che la pressione dei mass media ed eventuali indagini hanno suscitato nei consiglieri del gruppo Idv è stata quella di manipolare la documentazione inerente i contributi regionali, mediante una rivisitazione delle innumerevoli pezze giustificative per esborsi illegittimi già consegnate al contabile De Lucchi, con conseguente stralcio di quelle platealmente incongrue”.

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.