Cronaca

Omicidio Varisto, le bugie dell’assassino ai soccorritori: “Stavamo parlando, si è sentita male”

Pietra Ligure. “Sono tornato a casa alle 7, abbiamo parlato”. Lo ripete più volte ai militi del 118 Fabiano Visentini, il 41enne che ha ucciso la convivente Alba Varisto a pugni e calci, al termine di un violento litigio.

Ma alle 19 di lunedì Alba Varisto, 59 anni, è già morta da quasi 17 ore. Il litigio fatale è infatti avvenuto nella notte tra domenica e lunedì, intorno alle 2 del mattino, come testimoniato anche da alcuni vicini che hanno sentito le ultime urla proprio in quell’orario.

Visentini chiama il 118 intorno alle 20. “La mia compagna non respira più”. Ma lo scenario che si presenta ai sanitari giunti nel condominio Nel Sole, in viale Riviera, dopo la telefonata di Visentini è agghiacciante. Sangue sulle pareti. Il corpo coperto di ecchimosi, tumefatto. “Ma io sono tornato a casa alle 7, abbiamo parlato e poi si è sentita male” continua a ripetere Visentini. Una versione inverosimile, dato lo stato della salma: è già nera, il rigor mortis è completo. E nell’appartamento c’è puzza: l’odore inconfondibile di un cadavere abbandonato da ore.

I militi non gli credono, ed allertano il 112. Pochissimi minuti prima dell’arrivo dei carabinieri, poi, Visentini tenta il tutto per tutto: chiama di corsa uno dei militi, “guarda, ha aperto gli occhi”. Ma gli occhi, Alba Varisto, li ha chiusi da ormai più di 18 ore. E non li riaprirà più.

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