Cronaca

Mose, arrestato il numero uno di Grandi Lavori Fincosit. Merli: “Nessuna conseguenza per la Maersk”

Sopralluogo piattaforma Maersk

Vado L. Alessandro Mazzi, il numero uno di Grandi Lavori Fincosit azienda del consorzio che ha in appalto i lavori della piattaforma Maersk a Vado Ligure, è agli arresti nell’ambito dell’inchiesta sul Mose di Venezia, che ha portato in carcere 35 persone e che vede oltre un centinaio di indagati tra politici, amministratori e dirigenti.

Corruzione, concussione e riciclaggio le ipotesi di reato contestate dagli inquirenti, in un giro di mazzette ad ampio raggio per aggiudicarsi i lavori del Mose veneziano.

Naturalmente la notizia dell’arresto di Mazzi è piombata a Vado Ligure, proprio il giorno dopo l’annuncio del sindaco di Vado Ligure Monica Giuliano di voler ritirare ogni ricorso contro la realizzazione della nuova infrastruttura portuale.

Su possibili ripercussioni sui lavori della piattaforma: “Non credo assolutamente ci saranno ritardi o altro nell’esecuzione dell’opera – dice Carlo Merli, amministratore delegato di APM Terminals -. Sono dispiaciuto per la persona, l’Ing. Mazzi, e spero possa dimostrare la sua estraneità alle accuse, tuttavia credo che l’azienda non avrà conseguenze dirette e che bisogna distinguere una vicenda industriale da una di carattere giudiziario”.

“Inoltre per il Mose si tratta di un appalto diverso, con modalità e tempistiche proprie che nulla hanno a che vedere con Vado Ligure e l’opera della Maersk. Gli interventi previsti per la costruzione della piattaforma proseguiranno regolarmente, secondo il cronoprogramma stabilito” conclude Merli.

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