Foci dei fiumi inquinate: Goletta Verde “boccia” Ceriale, Pietra e Savona. Nei limiti Albenga, Finale e Vado

Liguria. Da una parte un lieve miglioramento, dall’altra una decina di punti critici ormai storici: questi i dati che le acque liguri consegnano alla campagna di monitoraggio e informazione sullo stato di salute delle coste e del mare da parte di Goletta Verde.

“Tenuto presente che la patente di balneabilità la dà l’Arpal – spiega Santo Grammatico, presidente Legambiente Liguria – guardando le analisi storiche che Legambiente ha effettuato, assistiamo a un lieve miglioramento della qualità delle acque lungo le nostre coste. Le criticità, dieci punti tra inquinati e fortemente inquinati su 23 prelievi, sono distribuite lungo la costa, alle foci dei fiumi e dei torrenti, dove il carico non depurato, proveniente anche dai comuni dell’entroterra, si riversa in mare”.

Ecco le conferme: nel savonese “fortemente inquinato” a Ceriale, sul lungomare Diaz, a Pietra Ligure, alla foce del torrente Maremola e a Savona, alla foce del fiume Letimbro. Entro i limiti, invece, le analisi a Albenga (foce del fiume Centa), a Finale Ligure (foce del fiume Pora), a Vado Ligure (foce del torrente Quiliano).

Nell’imperiese fuori parametri la foce del torrente Roia e Argentina, al contrario dell’Impero che quest’anno rientra nei limiti di legge. In provincia di Genova restano i problemi storici (“fortemente inquinati”, superano di più del doppio i valori) alla foce dello Sturla, a Rapallo, (spiaggia libera di piazza Cavallini-Vittorio Veneto), così come alla foce dell’Entella. “Lì il carico depurativo – sottolinea il presidente di Legambiente – arriva da una valle fortemente infrastrutturata e abitata e si riversa poi direttamente in mare”. Entro i limiti di legge i campionamenti eseguiti nei comuni di Bogliasco e Camogli e presso la spiaggia “ex Gruppo del Sale” di Chiavari. I risultati migliori sono in provincia di La Spezia con un solo sforamento a Lerici.

L’obiettivo del laboratorio mobile che anticipa il viaggio del veliero Legambiente è uno: fare analisi di tipo microbiologico (enterococchi intestinali, escherichia coli) per sapere se nell’acqua vi siano batteri fecali, e stanare così situazioni critiche per la mancata depurazione, nemico numero uno per la qualità delle acque.

“Generalmente le troviamo alle foci dei fiumi, non necessariamente grandi, e anche di piccoli canali che arrivano direttamente in spiaggia – racconta Serena Carpentieri, portavoce di Goletta Verde – Il nostro Paese vive un vero e proprio deficit depurativo, gli scarichi del 22% della popolazione non vengono correttamente depurati e rischiano di provocare l’inquinamento del mare, dei fiumi e dei laghi. Rispetto allo scorso anno ci sono lenti miglioramenti: dove Comuni e Regione sono andati a risolvere i problemi depurativi i risultati si vedono immediatamente”.

Non va dimenticato che l’Europa ha inserito nove agglomerati liguri in una nuova procedura di infrazione a danno dell’Italia, distinti per non essersi allineati alla direttiva sulla trattamento reflui. Spiccano nel savonese quello di Alassio (con 41.200 abitanti equivalenti), di Andora (38.100 a.e.), di Ceriale (29.400 a.e.), Laigueglia (15.300 a.e.), Millesimo (5.492 a.e.) e Pietra Ligure (45.200 a.e.); nel resto della regione Lavagna (18.000 a.e.), Riva Trigoso (11.000 a.e.) e Ventimiglia (43.000 a.e.).

“Se non si interverrà su questi agglomerati la Liguria dovrà pagare una multa salata – sottolinea Carpentieri – quando invece questi soldi potrebbero essere investiti nelle uniche opere corrette per la tutela del mare”. Le analisi di Goletta Verde sono pubbliche e disponibili. “Cerchiamo di proseguire il rapporto collaborativo con le istituzioni – conclude la portavoce – Non ci vogliamo sostituire alle autorità competenti ma le nostre analisi aggiuntive possono dare un importante segnale d’allarme”.

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.