Cronaca

Savona, inchiesta “furbetti” Asl: assoluzione anche per un altro dipendente del S.Paolo

Savona Tribunale

Savona. Nello scorso novembre 31 dipendenti, tra medici, infermieri ed operatori socio-sanitari, dell’Asl 2 Savonese erano stati assolti dall’accusa di sostituzione di persona in relazione all’inchiesta sull’uso “disinvolto” dei badge per la timbratura. Da quel procedimento per un motivo tecnico, ovvero l’impedimento del suo legale nel giorno dell’ultima udienza, era stata stralciata la posizione di un trentaduesimo imputato che è però stata defintia questa mattina. Come già successo per i suoi colleghi il giudice ha pronunciato una sentenza di assoluzione perché il fatto non sussiste anche per lui.

Il proscioglimento degli indagati nell’inchiesta era arrivato grazie ad una pronuncia della Cassazione, la numero 48662 del 21 settembre 2012. Secondo la Cassazione, infatti, chi effettua una doppia vidimazione, marcando oltre alla propria scheda magnetica anche quella di un altro collega, “agisce, in definitiva, come una longa manus di quest’ultimo”. Quindi, nel caso dei dipendenti dell’ospedale savonese e dell’uso dei badge per entrare ed uscire dal posto di lavoro, non poteva ravvisarsi il reato di sostituzione di persona.

Il comportamento “disinvolto” potrebbe portare un danno alla pubblica amministrazione nel caso in cui il dipendente poi non si presentasse al lavoro. Secondo la Suprema Corte, però, nel caso analogo a quello savonese, non c’erano i presupposti per contestare la sostituzione di persona visto che in nessun momento il collega che timbra al posto dell’altro si attribuiva i dati identificativi o si presentava all’esterno come il secondo.

Il procedimento contro alcuni dipendenti dell’Asl 2 Savonese era stato aperto nel febbraio del 2010: nel mirino della Procura era finito l’utilizzo dei badge per timbrare l’entrata e l’uscita dall’ospedale San Paolo di Savona (capitava infatti che un collega timbrasse al posto di un altro). Inizialmente tra le ipotesi di reato c’era anche la truffa, ma poi l’accusa a carico dei lavoratori dell’ospedale era stata ridimensionata: in piedi era rimasta solo quella di sostituzione di persona visto che era stato appurato che, pur usando irregolarmente il tesserino, gli indagati non si erano assentati dal luogo di lavoro.

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