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Savona calcio, Ninni Corda: “Dopo San Aresti, con la Pro Vercelli sarà la volta dei beati Virdis e Cesarini”

Savona. “Il porto è parte importante dell’economia savonese sarebbe un delitto creare problemi a tutti i lavoratori. Siamo uniti tutti.

obiettivo sul campo e fuori dal campo assieme a tutte le persone che hanno problemi lavorativi. .

Comincia con un messaggio extra calcistico la vigilia di Ninni Corda che, da savonese d’adozione, non si tira indietro rispetto ai problemi della città.

Lungo conciliabolo a conclusione della rifinitura tra il tecnico e il presidente Dellepiane, arrivato al “Bacigalupo” per monitorare i suoi uomini ma, soprattutto, per il c.d.a. che dovrà decidere del futuro economico della squadra, a partire dai premi promozione.

Ninni Corda non svela, però, il contenuto del colloquio: “Lo stava dicendo lui, non io – esordisce il mister – Lui non è scaramantico, io si. Il risultato di domani no”.

Il tecnico sembra come al solito motivato in vista della partita con la Pro Vercelli – ore 16: “Domani sarà una partita bella, intensa. E’ un sogno già poterla fare. Loro sono la squadra più forte della prima divisione e sarà difficile e dura”.

Pro Vercelli che a rigore di classifica parte con i favori del pronostico nonostante i tentativi piemontesi di rimandare la palla nel campo savonese: “Nessun favorito? Mi sembra una cosa strana. Come se l’anno prossimo Bologna ed Entella si giocassero i play off per la A. Noi siamo arrivati dalla Seconda Divisione e loro dalla B. C’erano due categorie di differenza”, chiosa Corda.

“Se non vincono, per loro sarà un fallimento e per noi un miracolo – aggiunge l’allenatore sardo che, rispetto al match su 180′ la pensa così – Noi in teoria possiamo fare due pareggi e qualificarci. Non dobbiamo farci prendere dalla frenesia di vincere. Siamo una squadra buona in casa ma anche in trasferta”.

L’allenatore, poi, torna brevemente sul “caso” Cattaneo ma guarda decisamente avanti: “Benissimo, tutto superato queste cose ci caricano. Un pronostico?

Diciamo che abbiamo fatto San Aresti, ora possono essere beati Virdis e Cesarini”, dice col sorriso sulle labbra il trainer biancoblu.

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