Economia

Protesta Port Authority, i commenti: “Savona ha numeri e investimenti per restare autonoma”

Savona. “La loro protesta riguarda la tutela dell’ente portuale e del loro posto di lavoro, considerato che per il comprensorio portuale si parla di 3.000 addetti. Noi riteniamo che la governance del porto di Savona debba essere autonoma”. Lo ha ribadito il direttore dell’Unione Industriali di Savona Alessandro Berta, commentando la manifestazione di questa mattina dei lavoratori della Port Authority.

“Non siamo contrari alla spending review, ma si dice chiaramente che il taglio deve riguardare gli enti inutili e inefficaci e tutto si può dire che l’Autorità Portuale sia inutile ed inefficace, anzi: Savona infatti presenta i requisiti di attrazione di grossi investimenti internazionali e per questo non deve rientrare nei piani di accorpamento” aggiunge.

“E’ giusto coordinarsi, programmare assieme iniziative ed investimenti che riguardano l’arco tirrenico, ma da qui a dire che Savona deve rinunciare alla sua autonomia decisionale ce ne passa e soprattutto non porterà un kg di merce in più, anzi…” conclude Berta.

Per il presidente provinciale di Lega Coop Mattia Rossi: “Mi pare fuori luogo la contestazione che chi è contro la fusione delle Port Authority sia un conservatore, si tratta di definire invece come progettare la razionalizzazione dell’amministrazione pubblica senza che questa provochi ripercussioni negative su percorsi di crescita, sviluppo e consolidamento occupazionale. L’Autorità Portuale savonese ha i numeri, gli investimenti e capacità di organizzare al meglio il lavoro portuale”.

Anche per la parlamentare savonese del Pd Anna Giacobbe: “Continuo a pensare che l’ipotesi di annessione dell’Autorità Portuale di Savona a quella di Genova sia un errore grave, sia perché si fonda sul misconoscimento della funzione e del valore del porto di Savona Vado, una ingiustificata retrocessione in serie B, sia perché non serve in nulla a risolvere i problemi veri della portualità ligure e nazionale, e ad affrontare le inefficiente che ci sono. E non mi convincono affatto le ipotesi di “mediazione” che circolano, fondate su un equilibrio, o una spartizione, di poteri”.

“Si abbia il coraggio di discutere delle questioni vere, si riparta dal riconoscimento della dignità al nostro porto. Non mi stanco di ripetere che altra cosa è scegliere di coordinare e integrare gli strumenti che i porti e i territori liguri si danno per programmare le infrastrutture e gli investimenti, per condividere attività che, se fatte insieme, possono costare meno e funzionare meglio” conclude la Giacobbe.

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