Economia

Pietra, cantieri Rodriquez. La denuncia di “Carmo Unito”: “Soldi pubblici usati per un progetto privato fallimentare”

Cantieri Rodriquez Pietra Ligure

Pietra L. L'”Unione di popoli e comunità per il Carmo Unito” vuole vederci chiaro in merito alla complicata questione dei cantieri Rodriquez di Pietra Ligure, ed entra a gamba tesa nel dibattito su uno dei temi più delicati del litorale pietrese, a poche settimane dalle elezioni amministrative.

“Abbiamo assistito esterrefatti alle polemiche sul futuro delle aree ex cantiere navale che in questi giorni hanno diviso la stessa maggioranza che ha gestito il progetto – esordiscono -. A nostro avviso la situazione è talmente opaca che solo un referendum popolare può districare la matassa e far prevalere l’interesse generale su quello privato. Prima di parlare del futuro, però, secondo noi, sarebbe necessario parlare del passato. Avremmo alcune domande da rivolgere a chi ha gestito l’affare Rodriquez”.

La prima domanda: “Quando la finanziaria Immsi di Roberto Colaninno iniziò nel 2007 la procedura di conversione e riduzione delle aree industriali ottenne l’accesso agli ammortizzatori sociali (cassa integrazione ordinaria, poi straordinaria, poi in deroga) per progetto di ristrutturazione. Nel 2013 venne avviata la procedura di chiusura del sito industriale con conseguente iter di messa in mobilità degli operai che nel frattempo non sono andati in pensione o non si sono licenziati. La domanda è: com’è stato possibile finanziare per oltre 6 anni con denaro pubblico (cassa integrazione) un progetto privato che non ha mai tenuto fede alle promesse iniziali passando dalla ristrutturazione alla chiusura?”.

Dalla comunità proseguono con le domande incalzanti: “Se la chiusura non è dovuta a speculazione immobiliare, ma a crisi reale dell’azienda, com’è credibile che questa stessa azienda possa gestire un progetto così complesso e costoso come la riqualificazione dell’intera area? Perché in una situazione di chiusura si continuano a lasciare attive le concessioni demaniali?”.

“Il 19 novembre 2007 – proseguono – la suddetta Immsi di Colaninno è risultata aggiudicataria dell’asta immobiliare indetta dall’Agenzia del demanio per il valore di 17,4 milioni di euro: come a dire comprare all’asta una Ferrari al prezzo di una Panda. Perché è stata sdemanializzata un’area dal valore ambientale e turistico così importante per un prezzo così esiguo? Perché nessun ente ha esercitato diritto di prelazione?”.

E ancora: “Perché sono state sdemanializzate solo le aree edificabili, ossia quelle maggiormente appetibili e redditizie, mentre quelle di più difficile gestione sono rimaste al demanio? Come a dire: vivo in una villa, la vendo e mi trasferisco in una baracca. Quali certezze ci sono attualmente sui tempi di realizzazione del progetto e quali garanzie per il mantenimento della forza occupazionale? Com’é stato possibile che il Comune abbia potuto far smantellare e vendere dall’azienda tutto il metallo pregiato presente in cantiere (ferro, rame, ottone, alluminio…) senza chiedere di farsi carico in tempi rapidi anche della bonifica dell’amianto, a tutt’oggi ancora presente in cantiere, a tutela della salute dei cittadini?”.

“Chi ha valutato l’effettivo beneficio per la comunità derivante dall’avvio di una nuova iniziativa turistica in una zona dove sono ben visibili le ferite inferte dalla crisi al turismo (ex albergo Internazionale e ex albergo Royal chiusi e abbandonati al proprio destino)? L’iter che ha portato alle vicende succitate è iniziato sulla base del decreto Burlando (D.p.r. n° 509/1997), allora ministro dei Trasporti, e in seguito Presidente della Regione Liguria. E’ casuale che l’amministrazione De Vincenzi abbia condiviso il progetto e che il presidente Burlando, come riportato dai giornali, abbia di recente lanciato la candidatura di un componente dell’amministrazione alle prossime elezioni regionali, suscitando la perplessità dello stesso segretario provinciale del Pd, Briano?”.

“Perché lunedì 5 maggio un’esperta di politiche occupazionali come Rosa Rinaldi, già sottosegretario al lavoro, intervenendo a Pietra Ligure ad un incontro dibattito, si è dimostrata perplessa e preoccupata per la gestione dell’intera vicenda, mentre nessuna istituzione locale ha dimostrato la stessa preoccupazione?”, si chiedono.

“Nel succedersi delle autorizzazioni, alcune forze politiche, per esempio la Lega Nord, hanno cambiato la loro posizione passando dall’astensione nel voto in commissione sul Piano Territoriale di Coordinamento al voto favorevole alla variante di aggiornamento dello stesso Ptc che prevede come unica nuova previsione di porto turistico quello di Pietra Ligure. E’ casuale che queste stesse forze siano ora alleate nella stessa lista civica che si candida ad amministrare Pietra Ligure?”, concludono dalla lista Carmo Unito.

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