“I nidi di gabbiano non vanno spostati”, appello dell’Enpa che accusa il Comune di Savona: “Scarica il problema su di noi”

gabbiani fioriera

Savona. “Puntuale come un orologio svizzero è caduto dal nido su una fioriera di via Gramsci a Savona un piccolo di gabbiano. Il fatto si ripete ogni anno e da diversi anni i volontari della Protezione Animali, che poi sono chiamati a farsi carico della bestiola da passanti ed autorità spaventati, chiedono invano al Comune di rimuovere le fioriere o renderle non nidificabili. Tutto inutile, il comune neppure risponde”. L’attacco arriva direttamente dall’Enpa.

Da alcuni giorni siamo sollecitati, a volte da persone prepotenti e maleducate, che pretendono che portino via i piccoli dai nidi situati sui loro tetti o sui balconi, perché spaventanti dalle manovre difensive dei genitori – raccontano i volontari – queste persone si erano prima rivolte ai comuni che, poco professionalmente, le avevano indirizzate all’Enpa. E ciò dopo che l’associazione, per tempo, aveva scritto proprio a Comuni ed organizzazioni degli amministratori condominiali, per suggerire di ottenere l’autorizzazione dell’ISPRA ad asportare le uova dai nidi (e solo quelle) attraverso società specializzate; ma anche quest’anno, come per il passato, nessun comune ha intrapreso l’iniziativa, salvo poi scaricare il problema sull’Enpa stessa”.

L’associazione animalista ricorda quindi che “i nidi di gabbiano, come tutti gli altri di volatili selvatici, sono protetti dalla legge ed è vietato asportarli o distruggerli quando vi sono dentro i piccoli. I gabbiani effettuano, verso persone che si trovano nelle vicinanze del nido, voli di “parata” ed emissione di grida; ma basta alzare le braccia per allontanarli ed interrompere i voli semplicemente minacciosi che fanno attorno all’intruso”.

I “pulli” divengono abili al volo in circa 40 giorni dalla schiusa delle uova e si allontanano assieme ai genitori, dopodichè si potrà togliere il nido ed attrezzare i balconi con tende a rete per impedire successive nidificazioni. In attesa invece del volo basterà sistemare attorno al nido paratie di cartone o legno, aperte verso l’atterraggio, come descritto in una serie di istruzioni che l’Enpa diffonde: “Naturalmente a proprie spese, come tutto ciò che fa per soccorrere la fauna selvatica ferita o in difficoltà – insistono gli animalisti – Proprio per non intralciare tale pesantissima attività i volontari invitato cittadini ed autorità a non telefonare al centralino di soccorso dell’Enpa per richieste diverse, come ad esempio quella di rimuovere i nidi”.

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