Giustenice. “Cari amici, nella mia ormai quasi solitaria attività di difesa, ad oltranza, dello smantellamento delle istituzioni , nonché della dismissione senza pari sostituzione di pezzi importanti dell’impalcatura democratica e funzionale dei piccoli Comuni , procedo con esprimere con questo voto di giunta comunale , assunto ieri la mia contrarietà all’abolizione del segretario comunale”, questo l’incipit del comunicato che il sindaco di Giustenice, Ivano Rozzi, ha diffuso.
Le premesse di Rozzi: “Premesso che una riforma della Pubblica Amministrazione e della dirigenza è utile e necessaria, e che il Governo ha inteso avviare un percorso di riforma esponendone i contenuti in una lettera del Presidente del Consiglio e del Ministro della Pubblica Amministrazione indirizzata ai dipendenti pubblici; vista la proposta contenuta al punto 13) della lettera, di “abolizione della figura del Segretario”; considerato che il Segretario, che è storicamente parte integrante delle autonomie locali ed è il primo collaboratore dell’Amministrazione eletta, svolge un ruolo centrale di garanzia e direzione complessiva dell’ente, ed è fondamentale per assicurare il coordinamento e il buon andamento delle attività ed il conseguimento del programma di governo”.
“Ricordato che, peraltro, per i Segretari sono già vigenti molte delle proposte di riforma che nella stessa lettera si pensa di estendere all’intera dirigenza pubblica, in particolare la temporaneità dell’incarico, che è già legata al mandato amministrativo; ritenuto, in particolare, che la proposta di riforma contrasti con la ratio che ha ispirato le ultime riforme normative, in particolare con la legge n. 190/2012 che individua nel Segretario Comunale il Responsabile per la prevenzione della corruzione; visto il verbale della Conferenza Unificata Stato-Città del 24 luglio 2013, nel quale si stabiliva che nei comuni di piccole dimensioni il Segretario fosse tenuto a svolgere la funzione di Responsabile della Prevenzione della corruzione anche laddove titolare dell’ufficio procedimenti disciplinari; preso atto, inoltre, della necessità di una figura apicale all’interno dell’amministrazione comunale con specifica formazione in tema di amministrazioni locali che, allo stato, è garantita dalla presenza di uno specifico Albo dei Segretari Comunali e Provinciali dal quale attingere; considerato, quindi, che la sua abolizione lascerebbe l’Ente privo di una dirigenza apicale in possesso delle specifiche competenze professionali richieste dal ruolo di vertice dell’Amministrazione locale; ritenuto che la presente è di mero indirizzo politico e pertanto non necessita di pareri di cui all’art. 49 del Tuel”.
Il sindaco Rozzi delibera “di esprimere ferma contrarietà a tale proposta, che rischia di indebolire invece che modernizzare la dirigenza da affiancare agli amministratori e di cui dotare l’ente locale; di rappresentare che le stesse Autonomie locali, a fronte di recenti interventi legislativi non sempre coerenti e organici, hanno chiesto più volte non una abrogazione ma una riforma organica dei Segretari, per dotare gli enti di una dirigenza apicale ancora più adeguata per competenze e funzioni alle necessità; di chiedere perciò di rivedere tale posizione e di considerare il Segretario una figura dirigenziale non da abolire ma da riformare, con sistemi di reclutamento e di formazione capaci di rafforzare le capacità professionali, innovandole e rendendo tale dirigente ancora più competente e maggiormente dotato degli strumenti professionali necessari ad assicurare la direzione complessiva, superando le ambiguità dell’attuale normativa”.