Finale Ligure. “In qualità di concessionario balneare sento il dovere di dare una risposta alle dichiarazioni di Michela Menardi Noguera, candidato sindaco del Movimento 5 Stelle finalese circa le dichiarazioni da lui rilasciate alcuni giorni fa in merito alle concessioni demaniali”. La replica arriva da Nicola Daccò, candidato alla carica di consigliere nella lista Ugo Frascherelli Sindaco.
Il signor Menardi parla della direttiva in modo superficiale con tanti ‘vedremo…’, ‘Se vinceremo… andremo a vedere…’ – attacca – tutto questo, secondo me, sa di vecchia politica. Non parlare apertamente significa non mettersi contro i concessionari balneari finalesi. Il mio tentativo vuole dimostrare, se ancora ce ne fosse bisogno, come la posizione, a livello nazionale, del M5S e del suo leader sia da sempre contro noi balneari, e in un assoluto favore verso la direttiva europea”.
A sostegno di ciò Daccò riporta le dichiarazioni dell’esponente del M5S di Grosseto che durante un consiglio comunale votò a favore della Bolkestein: ” Sono state dette tante cose, anche che l’Italia è un’esempio unico nel mondo per quanto riguarda gli stabilimenti balneari; questo non può essere visto come un vanto… siamo unici perché siamo tragicamente fatti male; la Bolkestein porterebbe tutto a posto. Da noi altro che difesa del bene comune, da noi tutto il contrario, si è spinto per decenni fino al punto di assimilare come normale qualcosa che normale non è: la proprietà di fatto delle spiagge costruite sul demanio”.
“Questo e ciò che esprimete voi e il vostro leader – accusa Daccò – ma perché continua a non dichiararlo apertamente? Ricordo, cari amici, quello che i balneari fanno all’inizio di ogni stagione: pulizia degli arenili, servizio di assistenza bagnanti, rinascimenti, tutela delle coste… senza dimenticare che spesso alcuni di noi sono stati premiati a livello europeo e nazionale per l’eccellenza del servizio offerto. Noi concessionari rappresentiamo, a tutt’ora, una categoria fondamentale nel panorama economico finalese che da sempre investe, nonostante l’attuale momento di incertezza dovuto dalla Bolkestein”.
“E’ troppo facile agitare la bandiera del bene comune senza mai partecipare o a un contraddittorio o a un dibattito, ma parlando solo attraverso i giornali – conclude Daccò – io e i miei colleghi siamo pronti a confrontarci sulla questione: ci dica solo dove e quando, e noi arriveremo”.