Economia

Tirreno Power, Melgrati punta il dito sulla Regione e la Briano replica: “Prima autorizzate l’ampliamento e poi cambiate idea”

tirreno power vado

Liguria. Marco Melgrati (Fi) ha presentato un’interrogazione sulla delibera della giunta regionale che autorizzò il potenziamento dei gruppi a carbone e decise l’abbandono della riconversione di almeno due gruppi a metano e sul “mancato” controllo dell’Arpal sulle emissioni.

Il consigliere ha ricordato la delibera del dicembre 2011 con cui la Giunta regionale aveva approvato lo schema di protocollo d’intesa con Tirreno Power sulla centrale di Vado Ligure, “senza fare cenno al presidio ambientale o a controlli sulle emissioni potenzialmente nocive per la salute dei cittadini insistendo, invece, sul ruolo economico di questo intervento, che è importante ma non può essere disgiunto dall’impatto ambientale”.

Il consigliere ha rilevato che, secondo le motivazioni del dispositivo del sequestro ordinato dalla magistratura, la società non avrebbe potuto ottenere il rilascio dell’Aia (Autorizzazioni Integrate Ambientali) con la previsione delle condizioni in essa contenute, se non avesse prospettato la realizzazione di un nuovo gruppo a carbone, Vl6, con caldaia supercritica, della cui realizzazione non vi è peraltro alcuna garanzia.

“Il gestore ha sistematicamente violato le prescrizioni impostegli sulle emissioni e non ha nemmeno adottato un’altra misura, l’unica veramente adeguata a contenere l’inquinamento diffuso derivante dal trasposto e dallo stoccaggio del carbone, – ha aggiunto – la copertura del parco carbone, informalmente e pressantemente richiesta dalle amministrazioni locali e regionali”.

Questa struttura, ha precisato il consigliere, dovrebbe essere realizzata entro il marzo 2015, che ha riferito della nota del gip secondo il quale il termine non potrà essere rispettato non risultando ancora iniziati i lavori. Dagli studi effettuati, dai rilevamenti dell’aria, secondo il gip, l’azienda era certamente a conoscenza del danno che stava arrecando e, nonostante un provvedimento Aia “estremamente vantaggioso”, Tirreno Power ha più volte violato l’Autorizzazione.

Secondo Melgrati se tutto questo venisse confermato dalle risultanze tecniche “farebbe chiaramente intravedere una pesantissima responsabilità dell’ente di controllo regionale e una contiguità della parte politica, nonostante le ripetute denunce dei Sindaci di Quiliano e Vado, peraltro ideologicamente vicini alla parte politica che governa la Regione e all’interrogazione già presentata nel passato dal consigliere di maggioranza Giacomo Conti, che aveva avuto una non-risposta dall’assessore Guccinelli (e non inspiegabilmente dall’Assessore all’Ambiente, Briano)”.

Il consigliere, infine, ha chiesto alla giunta per quale motivo sia stato possibile consentire l’ampliamento ed il potenziamento dei gruppi a carbone, mentre il precedente accordo Stato – Regione prevedeva la riconversione di almeno due gruppi esistenti col passaggio dal carbone al metano e quali possano essere le responsabilità della Regione circa le ipotesi che hanno portato ad un provvedimento grave e motivato come il sequestro da parte della procura di Savona dei gruppi a carbone della centrale di Vado Ligure.

Per la giunta ha risposto l’assessore all’ambiente Renata Briano: “Sono sconcertata – ha detto – dalla dichiarazione del consigliere sulla Tirreno Power vista la posizione che il suo partito aveva assunto a suo tempo nettamente a favore delle autorizzazioni all’ampliamento della centrale. Sull’indagine in corso non intervengo, do invece delle risposte sulla vicenda in generale: come Regione Liguria siamo partiti da una Valutazione di impatto ambientale negativa sulla proposta dell’azienda di aggiungere un nuovo gruppo a carbone e di dare ‘un’aggiustatina’ ai gruppi a carbone esistenti”.

“Successivamente – prosegue la Briano – viste le nuove proposte avanzate dalla società presso il ministero allo Sviluppo economico abbiamo presentato una serie di prescrizioni: realizzazione del nuovo gruppo entro i prossimi 6 anni, abbattimento di una delle due sezioni esistenti e rifacimento con la stessa tecnologia della nuova sezione, demolizione entro ulteriori 3 anni del secondo gruppo esistente, uso delle migliori tecnologie disponibili per il contenimento delle emissioni. Si era inoltre provveduto a comunicare al Ministero una favorevole verifica di ottemperanza delle prescrizioni a suo tempo emanate per l’esecuzione della Via del ciclo combinato a metano. Il Ministero dell’Ambiente ha rilasciato l’autorizzazione all’esercizio della centrale con un decreto 227 del 14 dicembre 2012”.

“Occorre precisare che in Italia l’uso del carbone non è vietato. Per altro il rifacimento dei gruppi esistenti ha consentito di imporre valori emissivi a regime che compensano totalmente le emissioni derivanti dall’entrata in funzione del nuovo gruppo a carbone Vl6 e anzi comportano un bilancio emissivo inferiore. Il decreto per il periodo transitorio prevedeva limiti coerenti con le direttive europee. Se l’azienda non ha rispettato tali limiti, questa è una sua responsabilità. I controlli sul rispetto delle prescrizioni contenute nell’Aia, sono di competenza dell’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale)”.

“Per quanto riguarda invece i controlli della qualità dell’aria le centraline di rilevamento sono gestite da Arpal, ma misurano tutti gli inquinamenti presenti e non solo quelli prodotti dalla centrale: i loro dati per quella zona non hanno rilevato particolari criticità ascrivibili alla centrale. In ogni caso rispetto all’indagine in corso Arpal collabora pienamente con la magistratura».

Marco Melgrati ha ribattuto: “La relazione dell’assessore non cambia la natura delle cose. La mia denuncia non è inventata a tavolino ma fa riferimento al provvedimento del Gip del tribunale di Savona Fiorenza Giorgi. La mia parte politica è sensibile al mantenimento e all’incremento dei livelli occupazionali che la Tirreno Power garantiva in provincia di Savona, ma è oltremodo sensibile ai risvolti ambientali legati alla salute dei cittadini che sono prioritari rispetto alle problematiche di natura economica”.

“Noi siamo a favore della riconversione a metano di almeno due dei 4 gruppi. Com’è stato possibile che la riconversione dei gruppi con l’utilizzo del metano non sia stata proposta dalla Regione ma dall’azienda stessa? E’ vero che l’uso del carbone è legittimo, ma è vero anche che la copertura del parco carbone continua a non venire fatta e che l’Arpal non ha fatto un solo controllo delle emissioni sulla cima delle ciminiere ma solo alla base. A questo punto sorge spontanea la domanda se Tirreno Power abbia una corsia preferenziale nelle autorizzazioni e se questa corsia preferenziale venga garantita perché al suo vertice c’è un uomo con la tessera del Pd”.

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