I savonesi Peretti e Terravecchia sull’ultimo tratto della via Francigena in terra Santa

Toirano. Il 20 marzo scorso ha avuto inizio il cammino di prosecuzione della via Francigena in Terra Santa dell’ormai collaudato duo foramto da Beppe Peretti, di Toirano, e Simone Terravecchia, di Vendone, cui si è aggiunto l’albenganese Giorgio Rubino. Dopo il primo tratto da Canterbury a Roma (svolto nel 2010) e il secondo da Roma a S.Maria di Leuca (svolto nel 2013), comincia da Haifa la terza e ultima tappa del loro viaggio.

“Da Haifa – spiega il presidente del consiglio comunale di Toirano Fulvio Panizza che segue a distanza l’avventura del concittadino – hanno raggiunto Akko, antico porto crociato e, da lì, hanno proseguito per I’blin, e da I’blin per Nazareth,  in ambedue i casi ospiti delle accoglienti strutture della chiesa greco ortodossa melkita (cattolica). A Nazareth è stata d’obbligo la visita alla Basilica dell’Annunciazione, alle varie chiese cattoliche,  ortodosse e melkite, alla moschea bianca e al grande suk. Da Nazareth i tre savonesi hanno proseguito fra campagne e paesi a maggioranza palestinesi, accompagnati talora dalle insistenti e accorate omelie del Muezzin locale, diffuse ovunque dagli altoparlanti dei minareti. Al monte Tabor (588 mt) presso la basilica della Trasfigurazione dopo la dura salita sono stati accolti dai ragazzi italiani della comunità di Mondo X”.

“Nei primi quattro giorni tappe dai 20 ai 30 km – racconta ancora Panizza -, clima buono e non troppo caldo, all’ottavo giorno di cammino: caldo, sole e la solita media 25/30 km al giorno. Dal Tabor il cammino è diventato impegnativo con sentieri di montagna che li hanno portati alla cresta rocciosa delle Corna di Hattin, dove il saladino inflisse una pesante sconfitta ai crociati. Da qui una ripida discesa li ha portati al lago di Tiberiade e a Magdala (paese di Maria Maddalena) da dove, costeggiando il lago, si raggiunge il monte delle Beatitudini, dove Gesù pronunciò il famoso discorso della montagna, e si prosegue per Cafarnao, epicentro della predicazione del Cristo e paese dell’apostolo Pietro. Per la sera hanno trovato accoglienza nella confortevole struttura dei francescani, la Casanova di Tiberiade, città ricca di storia e oggi di turismo, sulle rive dall’omonimo lago”.

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