Savona. Le imprese della Provincia di Savona sono le più puntuali della Liguria nei pagamenti commerciali. Nel primo trimestre 2014 il 41,2% delle imprese della provincia di Savona ha pagato alla scadenza le fatture ai propri fornitori, mentre il 47,1% ha saldato con un ritardo fino a 30 giorni oltre il termine e l’11,7% con un ritardo superiore ai 30 giorni.
Una performance migliore sia della media regionale (35,7% di imprese puntuali) che di quella nazionale (38% di imprese virtuose).
Si segnala però il peggioramento dei ritardi gravi, quasi triplicati in 4 anni, passati dal 3,9% del 2010 all’11,7% attuale.
È quanto si evince dallo Studio Pagamenti 2014 realizzato da Cribis D&B, la società del Gruppo Crif specializzata nelle business information, che ha analizzato i comportamenti di pagamento delle imprese liguri nel primo trimestre 2014.
La classifica della puntualità a livello regionale vede, dopo Savona, piazzarsi Imperia (37,6%), Genova (34,2%) e La Spezia (31,5%). Oltre il 10% di tutte le province paga con oltre un mese di ritardo, fanalino di coda La Spezia con quasi il 20% di cattivi pagatori.
A livello regionale nel primo trimestre dell’anno in corso invece solo il 35,7% delle imprese ha saldato puntualmente le fatture ai fornitori, mentre il 49,4% ha regolato i conti con un ritardo fino a 30 giorni dai termini concordati e ben il 14,9% oltre i 30 giorni. Dall’analisi del trend si osserva un peggioramento del 4% dei pagamenti puntuali rispetto al 2010. Ma il dato allarmante riguarda i ritardi superiori ai 30 giorni, aumentati del 246,5% in quattro anni. Inoltre nel primo trimestre del 2014 la Liguria esibisce performance di pagamento inferiori sia alla media nazionale (38,8% di imprese puntuali, 16,1% di ritardi oltre i 30 giorni) sia all’area del nord ovest, dove i pagamenti regolari sono il 43,7%.
“Nel nostro Studio abbiamo registrato delle dinamiche che in questi ultimi anni hanno caratterizzato in modo significativo la vita delle imprese – commenta Marco Preti, Amministratore Delegato di CRIBIS D&B -. Prima di tutto continua il processo di istituzionalizzazione dei ritardi nei pagamenti commerciali, cioè la trasformazione dei ritardi in termini contrattuali: le imprese non vogliono perdere clienti e fatturato e quindi concedono qualcosa nei termini di pagamento. Secondariamente alcune imprese non riescono più a stare sul mercato e ritardano oltre modo il saldo delle fatture. Basti pensare all’andamento dei fallimenti in Italia, che hanno raggiunto quota 3.823 nel primo trimestre del 2014, con una media di 58 chiusure al giorno, due ogni ora. Nonostante alcuni segnali di timido miglioramento non bisogna però abbassare la guardia in quanto rimane ancora rilevante il numero di imprese che non onorano gli impegni entro i termini contrattuali”.