Cronaca

Pietra piange Suor Bruna e si prepara a salutarla, ha dedicato la vita agli altri: “Stare con i poveri è stare con il Signore”

Suor bruna pietra

Pietra L. Sarà dato questo pomeriggio, nella Basilica di San Nicolò a Pietra Ligure, l’ultimo saluto a Suor Bruna, scomparsa due giorni fa all’età di 65 anni. Suor Bruna, punto di riferimento in città per la sua attività nella Casa Famiglia, è stata strappata alla vita da un brutto male che però non ha portato via quanto di buono lei ha fatto per gli altri. In tutti i suoi concittadini e nelle persone che l’hanno conoscuta è ben vivo infatti il ricordo di una donna che “ha continuato a lottare fino alla fine e a lavorare per il bene della comunità”.

A regalare un ritratto di Suor Bruna, che aiuta a conoscerla meglio, oltre ai tantissimi messaggi di cordoglio arrivati in queste ore, sono alcuni passaggi delle lettere scritte proprio da lei ed estratte da due giornalini che periodicamente inviava agli associati. La prima risale al 2004, quando era appena arrivata a Pietra, e rispecchia le sue speranze e i suoi sogni, la seconda invece è del 2009, quando era già malata di tumore, e traccia un sintetico bilancio del lavoro svolto.

A Febbraio 2004 Suor Bruna raccontava del suo sogno di creare una casa famiglia: “Confesso che da molti anni coltivavo il sogno di una casa aperta, nella quale vivere con chi avrebbe scelto di cercare Dio e di servirLo nell’uomo, soprattutto nell’uomo fragile, solo, tagliato fuori dai circuiti del denaro, del potere, delle sicurezze. In questi anni ho custodito nel mio cuore questa ‘casa’ nella consapevolezza – ora più serena ora più inquieta – che le cose grandi si costruiscono così, dal di dentro, nel silenzio, in una vita normale che sempre ‘cova’ qualche cosa di straordinario. Tre anni fa quelli che sembravano solo sogni hanno incominciato a prendere consistenza. Perciò, la prima volta che ho varcato la porta della nostra casa mi sono detta: ‘Ci siamo, io mi fermo qui'”.

“E’ stato come riconoscere un luogo nel quale si intrecciavano i bisbigli delle memorie – si legge ancora nella missiva di Suor Bruna -, le silenziose buone presenze dei molti che vi avevano vissuto e la brezza di una realtà che prendeva volto e dimora. E tutto era successo in modo così naturale, che tanto naturale non era, perché la provvidenza si manifestava attraverso tante persone sconosciute. Con un pizzico di coraggio mi ero detta che era meglio partire senza sicurezze, senza spinte. E cosi l’Associazione Farsi Casa prende un volto: una fraternità contemplativa di accoglienza. Perché questa denominazione? Perché solo la Parola custodita nel cuore può diventare la fonte di una accoglienza fraterna e può far nascere la capacità di aprirsi all’amore concreto verso il prossimo, ispirandosi ai valori del Vangelo e ai valori comunque assoluti della solidarietà e della condivisione”.

Nella stessa lettera Suor Bruna racconta delle giornate in cui l’associazione venne costituita: “Dopo tanta attesa il 23 settembre 2002 davanti al notaio eravamo un piccolissimo gruppo e ci sentivamo davvero il semino evangelico. Senza presunzione, ma sollecitati dalla cose grandi e belle che il Signore stava facendo sognavamo di diventare un grande albero. Con me c’erano Carmen, Sandro, Alda, Albino. il diacono don Giacomo, Claudia, Anna, Lucia e Luisa, i soci fondatori. E come non ringraziare il nostro Vescovo S.E. Mons. Mario Oliveri che ha approvato lo statuto e il notaio che ha certificato la nascita dell’Associazione e non ha voluto compensi come forma attiva di partecipazione. In poche parole l’Associazione ha più livelli di partecipazione; è a dimensione di tutti, di coloro che vorranno essere trasportati in un’avventura di vita. Insomma, già diversi sono toccati da questa proposta di vita che lo Spirito sta’ facendo camminare fra noi. La nostra speranza è che sempre più, – ognuno come potrà -, vi saranno persone che apparterranno al nostro sistema di “cerchi concentrici” intorno alla fraternità condividendo la nostra spiritualità: accogliere con il cuore di Gesù per essere servi per amore”.

Queste invece le sue parole dopo i primi anni di attività dell’associazione: “Giorno dopo giorno siamo arrivati alla fine del 2009. Ho pensato più volte in questi giorni alle persone che sono state accolte nella casa famiglia e vorrei farvi partecipi della nostra esperienza e operatività. Abbiamo ospitato 27 persone di cui 7 minori di diverse nazionalità: italiana, equadoregna, ucraina, rumena e indiana. Con periodi di permanenza sempre più lunghi per dare modo alle persone di riappropriarsi della loro vita che la violenza ha destabilizzato. Abbiamo collaborato con enti pubblici e privati senza chiedere contributi fissi, fidandoci della provvidenza in cui crediamo profondamente e che sperimentiamo ogni giorno e nella generosità di tanti nostri amici”.

Con queste parole infine Suor Bruna diceva “grazie” per tutto quello che erano riusciti a costruire: “Ringraziamo il Signore per tutto quello che ci ha concesso in questo anno. Aiutiamoci a scoprire che l’autentica carità evangelica nasce da una fede personale e convinta e allora il servizio all’uomo non sarà solo un gesto di solidarietà umana ma una partecipazione e manifestazione dell’amore di Dio. Percorriamo insieme questa strada: stare con i poveri è stare con il Signore”.

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