Cronaca

Istanza di dissequestro per la centrale di Vado, dalla Procura parere negativo: ora tocca al gip

Sala Controllo VL 5 (2) Tirreno Power operazione trasparenza

Vado L. Il parere della Procura sull’istanza di dissequestro dei gruppi VL3 e VL4 della centrale termoelettrica di Vado Ligure è arrivato sulla scrivania del gip Fiorenza Giorgi. Ora spetterà quindi al giudice valutare le carte e decidere se respingere o accogliere la richiesta dei legali di Tirreno Power. E’ certo, anche se in un primo non era arrivata alcuna conferma ufficiale in merito, che il parere del Procuratore Francantonio Granero e del sostituto Chiara Maria Paolucci sia negativo: se i magistrati avessero accolto l’istanza infatti sarebbe stato superfluo il pronunciamento del giudice.

Il fatto che il parere sia stato trasmesso all’ufficio del gip presuppone quindi che sia negativo. A questo punto il giudice Giorgi, attraverso un’istruttoria documentale, dovrà valutare le richieste dell’azienda, le considerazioni della Procura e, se lo ritenesse opportuno, potrebbe anche disporre ulteriori accertamenti tecnici. Nel caso in cui fossero disposte nuove perizie i tempi per la decisione potrebbero dilatarsi, ma in caso contrario una risposta potrebbe arrivare a giorni.

L’istanza di Tirreno Power (in realtà i legali dell’azienda ne avevano presentato anche una seconda, più completa, ma con la stessa richiesta) era stata presentata una decina di giorni fa per chiedere l’autorizzazione ad un esercizio temporaneo della centrale vista la necessità di smaltire il carbone stoccato nel carbonile della centrale, a rischio ossidazione, attraverso la combustione.

Secondo i legali dell’azienda, gli avvocati Alessandra Cacchiarelli e Antonio Cosimo Cuppone di Roma (supportati dal collega di Savona Fausto Mazzitelli), quella proposta nell’istanza di dissequestro è l’unica via percorribile per smaltire il carbone in sicurezza e scongiurare il rischio che la materia prima stoccata nel carbonile possa incendiarsi e sviluppare gas infiammabili. Una tesi che, già nella prima richiesta di dissequestro, era stata sostenuta dai difensori e dal perito di parte, l’ingegner Gian Giorgio Parodi.

Un’operazione che, come viene precisato nell’istanza, avverrebbe nel rispetto dei “limiti emissivi più restrittivi (rispetto all’AIA) e ritenuti meno impattanti sulle matrici ambientali e sanitarie, proposti dal C.T. Scarselli nella Relazione Tecnica di Consulenza”. Per quanto riguarda il controllo sulle emissioni dalle ciminiere, l’azienda si impegnerebbe ad utilizzare “le misurazioni degli SME installati sui relativi condotti di adduzione al camino E2, da monitorare e calibrare anche ad opera di uno o più tecnici nominati dal giudice”.

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