Cronaca

Inchiesta Vada Sabatia, clima pesante in carcere per gli operatori arrestati: dopo le minacce la pipì nei piatti

Savona. I sei operatori della Rsa Vada Sabatia finiti nel carcere Sant’Agostino di Savona con l’accusa di maltrattamenti verso i pazienti disabili sono stati trasferiti nella sezione maschile del penitenziario di Pontedecimo, dove sono detenuto anche le tre donne arrestate nell’inchiesta. Dopo le minacce verbali ricevute nella casa circondariale savonese (tanto che uno degli operatori aveva confidato al suo avvocato di “avere paura”), nei giorni scorsi qualcuno era riuscito a fare pipì nei loro piatti.

Un gesto che ha convinto il giudice del tribunale di sorveglianza a trasferire i sei operatori nel carcere genovese. Per precauzione, proprio per evitare che ci fossero contatti con gli altri detenuti, i sei arrestati erano stati raggruppati nella stessa cella del Sant’Agostino, ma, evidentemente, questo non è bastato a tutelarli dalle minacce e ritorsioni degli altri reclusi (che, come accade verso chi commette reati di pedofilia, secondo una sorta di codice d’onore, non esitano a “farla pagare” a chi è ritenuto responsabile di reati verso soggetti deboli e indifesi).

Problemi con le altre detenute erano stati segnalati anche dalle operatrici recluse a Pontedecimo che, viste le minacce ricevute, hanno chiesto di essere messe in isolamento. Intanto, sul fronte dell’inchiesta giudiziaria, proseguono gli accertamenti degli inquirenti mentre i difensori degli arrestati avanzano le prime richieste di attenuazione della misura cautelare e di essere ascoltati dal pm Giovanni Battista Ferro.

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