Savona. Una trasferta a Roma per approfondire l’inchiesta sulla centrale termoelettrica di Vado. La scorsa settimana i magistrati savonesi, il procuratore Francantonio Granero e il sostituto Chiara Maria Paolucci, sono volati nella capitale per svolgere attività investigativa in relazione all’indagine sull’impianto di Vado sotto sequestro da un mese.
Sui particolari dell’attività svolta a Roma dalla Procura non trapela nulla: “abbiamo lavorato con grande impegno e la trasferta è stata produttiva” è l’unica battuta che si lascia scappare il procuratore Granero. Anche se dai magistrati non arriva nessuna conferma non è difficile ipotizzare che la presenza degli inquirenti negli uffici romani sia riconducibile alla volontà di “scavare” più a fondo sulle eventuali responsabilità delle istituzioni (o comunque degli organi che avevano il compito di vigilare sulla regolarità delle attività della centrale) nell’inchiesta.
I magistrati savonesi hanno probabilmente approfondito le modalità con cui le autorizzazioni per il funzionamento della centrale siano state rilasciate a Tirreno Power. Sulla base dei risultati di questa attività investigativa non è da escludere che l’indagine possa allargarsi e coinvolgere anche volti non legati all’azienda che gestisce la centrale di Vado.