Alassio. Si è chiuso con sette assoluzioni (“perché il fatto non sussiste”) il processo per i presunti “disturbi” provocati dalla “rumorosità” del circolo “Arci Brixton” di Alassio. A giudizio erano finiti l’allora presidente, Lorenzo Peruzzo, ed altri sei soci del circolo, che dovevano rispondere di “disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone” provocato, secondo la tesi della Procura, dalla musica troppo alta suonata nel locale e dagli schiamazzi degli avventori.
Il circolo Brixton era finito nel mirino dei magistrati nell’ottobre del 2011 quando i carabinieri ne avevano sequestrato la sede, in via Ugo Foscolo. Un provvedimento che era stato disposto sulla base di alcune lamentele relative al rumore provocato dalle attività del locale. Sulla base di quelle segnalazioni era stata aperta un’indagine che aveva poi portato al rinvio a giudizio dei responsabili del Brixton.
Agli imputati, nel dettaglio, venivano contestati alcuni episodi ben precisi: uno relativo al luglio del 2010 quando veniva contestata la presenza di alcune persone, che avrebbe disturbato con urla e schiamazzi, davanti all’ingresso del locale; un secondo riguardante un concerto che sarebbe stato organizzato l’11 settembre del 2010; infine uno incentrato sul controllo eseguito il 25 marzo del 2011 dall’Arpal nell’appartamento sopra il circolo che aveva rilevato un valore di rumore superiore al limite consentito.
Contestazioni che secondo il giudice Marco Canepa (che ha letto le motivazioni contestualmente alla sentenza) non hanno trovato riscontri nel corso dell’istruttoria: all’arrivo delle forze dell’ordine, nel luglio 2010, non c’era musica dal vivo nel circolo e non era stata rilevata alcuna rumorosità da parte dei clienti e per quanto riguarda il concerto non è assolutamente stato accertato che quella sera ce ne sia stato uno.
A proposito del controllo dell’Arpal invece, seppur la rilevazione abbia accertato il superamento del limite, il giudice ha assolto perché se il disturbo riguarda un solo condomino non è possibile (come indica una sentenza della Corte di Cassazione, la 45616 del 14 ottobre 2013) ravvisare la responsabilità penale di chi lo produce.
Tesi che erano già state sostenuto dal difensore degli imputati, l’avvocato Nazareno Siccardi, durante la discussione. Il legale aveva contestato la tesi dell’accusa (il pm aveva chiesto due mesi di reclusione per tutti) precisando che nel locale la musica cessava sempre entro i termini previsti e non era suonata sopra i limiti consentiti. Sulla contestazione relativa agli schiamazzi che si registravano fuori dall’ingresso del Brixton l’avvocato Siccardi aveva precisato che non esisteva alcuna prova che si trattassse di frequantatori del circolo. Infine aveva sottolineato come l’aver superato i limiti, se accaduto, non fosse un fatto continuativo, ma isolato e di conseguenza non sufficiente a far concretizzare il reato contestato.