Cronaca

“Trash”, Cena risponde al gip e respinge le accuse: “Nessun accordo, il progetto di Ata ha vinto perché era il migliore”

Savona. Si è difeso, negando con decisione l’esistenza di accordi per alterare la gara per l’assegnazione dell’appalto della raccolta dei rifiuti a Pietra Ligure e chiarendo i suoi rapporti con Roberto Balbis. Mario Cena, il funzionario di Ata Spa finito ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta “Trash”, questa mattina ha deciso di rispondere alle domande del gip Emilio Fois per chiarire la sua posizione.

Accompagnato dai suoi difensori, gli avvocati Franco Aglietto e Marco Fazio, nel corso dell’interrogatorio durato quasi un’ora e mezza, l’indagato ha raccontato il suo punto di vista sulla gara d’appalto che, secondo la Procura, è stata “truccata” per favorire la vittoria di Ata. Come già aveva ribadito ieri mattina Balbis, l’altro funzionario di Ata (all’epoca dei fatti contestati dipendente di Aimeri), anche Cena ha negato l’esistenza di un accordo di qualunque tipo tra l’azienda per la quale lavora e il Comune di Pietra Ligure.

Il funzionario dell’Ata ha poi spiegato anche la natura dei suoi rapporti con Balbis confermando, di fatto, la versione di quest’ultimo: “Sono iniziati in sede di sopralluogo, quando sono andato a vedere il deposito della Aimeri. Lo conoscevo già perché lavoravamo nello stesso settore, ma ho iniziato a rapportarmi con lui solo perché era la persona delegata a far eseguire i sopralluoghi alle imprese interessate alla gara” sarebbe il senso delle parole pronunciate davanti al giudice.

Secondo l’accusa invece Balbis svolgeva un ruolo di “mediatore” tra Ata e il Comune, ma Cena ha respinto anche questa contestazione: “Il nostro assistito – spiegano gli avvocati Aglietto e Fazio – ha spiegato che Balbis era una sorta di rappresentante dei lavoratori di Aimeri, i quali manifestavano tutti il desiderio che subentrasse un’azienda solida”. Per quanto riguarda Fabio Basso, il responsabile del settore servizi tecnici specializzati del Comune di Pietra, l’indagato ha precisato che non lo conosceva: “Prima dell’assegnazione dell’appalto non sapevo chi fosse, ci siamo incontrati solo in un secondo momento”.

Dopo aver chiarito i suoi rapporti personali con gli altri indagati, Cena ha voluto ribadire al giudice la bontà del progetto da lui redatto per partecipare alla gara indetta dall’amministrazione comunale pietrese. “Ha spiegato che si trattava di un progetto molto innovativo e qualitativo: riduce l’impatto ambientale e incentiva la raccolta differenziata. Il nostro assistito non ha nascosto di essere convinto che fosse il progetto migliore e meritasse la vittoria” concludono gli avvocati Aglietto e Fazio.

Al termine dell’interrogatorio non è stata presentata nessuna istanza di attenuazione della misura cautelare, ma non è da escludere che i difensori di Cena possano decidere di rivolgersi al tribunale del Riesame nella prossima settimana.

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