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Savona, spariti i soldi per il restauro della chiesetta di Nostra Signora degli Angeli: parrocchiani in rivolta

Madonna degli angeli savona

Savona. Il restauro della chiesetta di Nostra Signora degli Angeli, i soldi raccolti per realizzarlo spariti, una fotografia di Papa Giovanni Paolo II rimossa da una parete della chiesa di San Giuseppe e un gruppo di parrocchiani. Non è la trama di un romanzo dall’ambientazione in stile “Codice Da Vinci”, ma sono, in sintesi, i tasselli di quello che realmente sta succedendo in una parrocchia di Savona, quella di San Giuseppe, appunto, dove alcuni parrocchiani hanno voluto rendere pubblica una situazione che sembra avere dell’incredibile.

Il gruppo di fedeli denuncia infatti che i soldi raccolti negli ultimi anni per restaurare la chiesetta sulle alture savonesi siano spariti, ma anche che l’attuale parroco non stia favorendo il progetto di recupero a proseguire. Sacerdote e parrocchiani, tra accuse e secche smentite, sarebbero orami ai ferri corti.

Ecco la situazione così come la descrive il gruppo di fedeli (che dicono di credere “ancora in valori troppo spesso dimenticati”) attraverso una lunga lettera: “Una storia lunga più di quattro secoli fatta di pensieri, ricordi, emozioni ormai lontane, lacrime, sorrisi, albe e infiniti tramonti che hanno portato fino a noi il ricordo di quel frate che sul finire del XVI secolo edificò la chiesa di Nostra Signora degli Angeli sul Monte Ornato di Savona. Una lunga storia racchiusa nel cuore di tante persone che una generazione dopo l’altra l’hanno tramandata fino a noi. Una storia che non deve finire, ma che finirà se non interverremo, perché ormai le condizioni precarie dell’edificio non lasciano scampo! La copertura del tetto in ardesia è ormai gravemente compromessa e l’acqua entrando all’interno della chiesa ha procurato un inarrestabile processo di deterioramento della muratura mettendo a dura prova la stabilità dell’intero edificio. Nel giro di poco tempo di quella piccola chiesa non resteranno che ruderi coperti da rovi; Esattamente come accadde nei primi anni del novecento quando “non rimasero che muri, come braccia imploranti verso il cielo. Proprio allora si levò la voce di Filippo Noberasco e da Roma quella di Paolo Boselli affinché i savonesi contribuissero ‘con un obolo o una parte di superfluo’ alla ricostruzione della chiesa dedicata alla Beate Marie Angelorum. La piccola chiesa era allora sotto la giurisdizione della parrocchia di San Francesco da Paola e grazie soprattutto alla determinazione del parroco Mons. Tomaso Fonticelli, che si fece carico di sostenere l’onere dei lavori, nel 1930 la chiesa fu riedificata. Il passivo derivato dalla ricostruzione fu colmato dalla parrocchia solo diciannove anni dopo, grazie alle offerte raccolte. Un episodio che dovrebbe “far pensare” se confrontato con quanto sta succedendo adesso”.

“Nel 2007, così come allora, la voce di tanti savonesi si è levata affinché qualcuno si prendesse a cuore la sorte della chiesa intitolata alla Madonna degli Angeli. E’ stato dato il via a una raccolta di offerte destinate al restauro e nel 2012 l’edificio è stato candidato al 6° Censimento FAI. Sono stati raccolti fondi grazie alla sottoscrizione e raggiunto un traguardo inaspettato, infatti, con 13.664 preferenze, la Madonna degli Angeli ha conquistato il 1° posto assoluto in Liguria fra migliaia di Luoghi del Cuore candidati. Dopo quasi nove lustri dal suo predecessore, è stato don Giuseppe Militello a farsi promotore del restauro della Madonna degli Angeli, essendo questa dal 1959 sotto la giurisdizione della parrocchia di San Giuseppe. A conferma dell’impegno del parroco una comunicazione dell’Ufficio Stampa della Curia Diocesana di Savona-Noli pubblicato sul bollettino n° 19 dell’11.05.2009. E’ stato elaborato un progetto grazie alla cortese disponibilità di un architetto e di un ingegnere, da sottoporre alla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici della Liguria al fine di ottenere l’autorizzazione al restauro e contestualmente si sono susseguiti incontri per chiedere i permessi necessari per una manutenzione ordinaria, ormai indispensabile, alla strada bianca che salendo da via Fontanassa conduce al sagrato della chiesa. E’ stato tutto vano” scrivono i parrocchiani.

“Il parroco – si legge ancora nella lettera – è stato trasferito, i soldi raccolti non ci sono più, persi chissà dove tra i meandri della contabilità della parrocchia di San Giuseppe e questo nonostante fosse ben chiara la destinazione d’uso di quelle offerte! Le 13.664 firme raccolte non sono servite a nulla perché il nuovo parroco, don Riccardo di Gennaro ha negato, a suo dire per una valida ragione, l’autorizzazione a partecipare all’ultima fase del Censimento Fai, quella che avrebbe dovuto assegnare al nostro Luogo del Cuore un contributo finanziario per coprire almeno una piccola parte dell’intervento di restauro. Ha inoltre ‘consigliato’ di non proseguire l’elaborazione del progetto e quindi di abbandonare ogni speranza di poter restaurare quel piccolo edificio. A questo punto la domanda di noi parrocchiani è una sola perché?”.

“Per quale ragione chiederci di dimenticare un luogo tanto caro ai savonesi, lasciando che il tempo e l’incuria portino via per sempre un frammento della nostra storia? Tantissimi savonesi sono saliti, nel corso dei secoli lungo le pendici del Monte Ornato fino a raggiungere la chiesa, ma tanto, troppo tempo è trascorso da quando erano allestite bancarelle per la festa annuale e intorno all’edificio echeggiavano le voci di tanti bambini accorsi fin lassù per arrampicarsi sull’albero della cuccagna. I ricordi sono piccoli frammenti della nostra esistenza, fatti di parole, gesti, emozioni e profumi. Sono istanti ‘persi’ nel corso della nostra vita ma ritrovati tra le pieghe della memoria. E lì, sul sagrato di questa piccola chiesa, i ricordi di tanti savonesi ‘si specchiano’ nella memoria restituendoci la loro malinconica immagine. Come possiamo dimenticare le 13.664 persone, savonesi e non, che con la loro firma speravano di dare ‘voce e luce’ al ‘nostro’ Luogo del Cuore, o coloro che nati e cresciuti nell’amorevole abbraccio della Beate Marie Angelorum sperano di rivedere quella chiesa un’altra volta risorta? Chiediamo a gran voce e con il cuore che tutto questo non sia dimenticato, nascondendo un categorico no dietro alla giustificazione che tanto non ci sono fondi disponibili e problemi più ‘importanti’ da risolvere! Chiediamo rispetto e chiarezza soprattutto sulla destinazione dei 24.614,68 euro raccolti per il restauro. Una cifra forse modesta ma che aveva un valore simbolico ben più grande di quello venale, perché era testimonianza di voti, preghiere, ringraziamenti rivolti alla Beate Marie Angelorum!”.

“La comunità parrocchiale, almeno in buona parte è delusa, amareggiata per quanto successo. Quando poi accadono fatti come l’aver tolto dalla parete della chiesa di San Giuseppe l’immagine di papa Giovanni Paolo II, riducendolo a un gesto che ‘non merita di certo discussioni tanto sentite’, ‘senza pensare’ a chi davanti a quell’immagine aveva pregato, sperato o solo sorriso per essere stato ‘ascoltato’, allora cercare un dialogo diventa davvero difficile. Da un parroco ci si aspetterebbe, forse retaggio di antiche tradizioni popolari, comprensione, umiltà, disponibilità all’ascolto e invece don Riccardo Di Gennaro è irremovibile, fermo nella convinzione di essere perseguitato ingiustamente, anche se nessuno l’ha mai accusato per le offerte ‘sparite’. Ognuno di noi ha compreso che la difficile situazione economica ‘ereditata’ dal suo predecessore è assolutamente indipendente dalla sua volontà, ma sicuramente in tanti si sono sentiti ‘feriti’ quando ha definito l’immagine di Wojtyla, rimossa dalla parete della chiesa solo un ‘brutto quadro’! Decisioni prese senza coinvolgere la Comunità, forse perseguendo buone intenzioni, ma senza fare la cosa più semplice…rispettare la sensibilità di chi condivide con lui il cammino della vita” concludono i parrocchiani.

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