Savona. “Siamo costretti a chiedere l’attivazione del controllo di legittimità amministrativa da parte della commissione “Controlli Trasparenza Legalità” sull’operato del comandante Aloi a proposito dell’intera vicenda”. La bomba a Savona scoppia in mattinata, quando il Comitato Villapiana, con un duro comunicato, si scaglia contro il comandante della Polizia Municipale Igor Aloi, chiedendo a gran voce un’indagine.
La “vicenda” a cui si riferiscono è ovviamente legata alla viabilità di Villapiana, una vicenda fatta di delibere, scadenze e carte bollate. Il Comitato da sempre contesta le modifiche fatte nel 2007, ed in sette anni ha lottato con ogni mezzo contro una scelta che, a loro dire, ha aumentato l’inquinamento della zona senza reali benefici alla sicurezza. Secondo il comitato, quei provvedimenti furono presi in modo illegittimo: “L’ordinanza con cui il comandante ordinava la sperimentazione è priva di alcuni supporti giuridici, ci voleva una delibera di giunta o di consiglio che non è mai stata fatta”, attacca Pino Procopio, portavoce del Comitato.
Il nocciolo del problema riguarda gli stalli dei parcheggi nell’anello a senso unico via Cavour – via San Lorenzo – via Verdi – via Torino: ed il ministero, secondo il Comitato, chiederebbe da più di 4 anni all’amministrazione di regolarizzare l’ordinanza. “È dal gennaio 2010 che il Ministero ha contestato l’intero impianto della modifica della viabilità, compresa piazza Saffi. Da allora la Polizia Municipale ha sempre cercato di sviare e mistificare, inviando oltre 20 ordinanze non inerenti le richieste fatte, spendendo tempo ed energie da parte dell’amministrazione e facendo perdere tempo anche al Ministero delle Infrastrutture”.
Il duro attacco non si ferma qui. Il Ministero, in una lettera datata 31 gennaio, rileva gli errori riguardo ai parcheggi e “diffida codesto Comune a regolarizzare le ordinanze e la connessa segnaletica”. “Sono passati almeno 40 giorni da quando la Polizia Municipale ed il Comune hanno ricevuto la lettera – tuona Procopio – Da allora l’amministrazione comunale ha fatto scena muta, e nessuno ha assunto la paternità del grave errore commesso”.
Il Comitato ha così chiesto al comune, mediante un accesso agli atti, la eventuale documentazione inviata a Roma al seguito della lettera (assunta al protocollo dalla Polizia Municipale il 10 febbraio al numero 6644). La risposta scritta è stata che “nessuna ordinanza è stata emessa in risposta al Ministero delle Infrastrutture”: “Ma noi sappiamo per certo invece che sono state emesse quattro ordinanze riguardanti via Cavour, via San Lorenzo, piazza Brennero e via Verdi”, attacca Procopio. Nell’albo pretorio online le ordinanze risultano effettivamente passate tra il 4 e il 18 febbraio 2014.
“Queste ordinanze sono state inviate a Roma alla chetichella senza informarne il Comitato, cosa che noi biasimiamo arrossendo”, accusa Procopio. Che poi sgancia la bomba: “Poiché i politici in questo caso non hanno provveduto a proteggere il dirigente della Polizia Municipale (assumendo la responsabilità del caso), siamo costretti a chiedere l’attivazione del controllo di legittimità amministrativa sull’operato di Aloi”.
Per ora dal comando della polizia municipale di Savona non arriva nessun commento sulla vicenda (il tentativo di mettersi in contatto con Aloi per raccogliere la sua versione, per ora, non è andato a buon fine). Ma la battaglia sembra solo agli inizi. Anche perché c’è il discorso multe: essendo contestata la regolarità con cui quei parcheggi sono stati istituiti, esiste il rischio (o forse speranza, per molti savonesi) che tutte le sanzioni elevate in questi anni nella zona incriminata non siano valide. “L’emissione delle ordinanze a febbraio è un’esplicita ammissione di errore – dice Procopio – La possibilità che l’omissione di atti d’ufficio porti a dover restituire tutte le multe è concreta: è probabile che faremo un nuovo esposto in procura”.