Cronaca

Operazione “Trash”, Trevisano chiede di essere sentito dal pm e fa ricorso al Riesame

Basso Trevisano

Pietra L. Un interrogatorio davanti al pm e un ricorso presentato al tribunale del Riesame di Genova. Sono le “mosse” difensive messe in campo da Vincenzo Trevisano, il segretario comunale di Pietra Ligure indagato nell’ambito dell’inchiesta “Trash”, che ruota intorno a presunte irregolarità nell’assegnazione dell’appalto per la gestione dei rifiuti nel territorio del Comune di Pietra.

Tramite il suo legale, l’avvocato Andrea Alpicrovi, il segretario comunale ha chiesto di essere sentito dal pm Daniela Pischetola (l’interrogatorio è stato fissato per venerdì mattina) e ha presentato un ricorso contro la misura cautelare, ovvero l’obbligo di dimora nel Comune di residenza, che gli è stata applicata dal gip Emilio Fois.

“Riteniamo che non sussistano i gravi indizi di colpevolezza e le esigenze cautelari. Al mio assistito viene contestato di aver, in qualità di presidente della commissione, modificato l’esito della gara. Noi non solo sosteniamo di non averlo fatto, ma non avremmo nemmeno potuto farlo. In ogni caso il mio cliente vuole ribadire che non si sarebbe mai sognato di farlo” si limita a precisare l’avvocato Andrea Alpicrovi.

Davanti al gip, nell’interrogatorio di garanzia, Trevisano aveva preferito avvalersi della facoltà di non rispondere. Insieme a lui nella vicenda sono indagati anche i funzionari di Ata Spa Roberto Balbis e Mario Cena, Andrea Nencioni, geologo e dipendente dell’amministrazione comunale pietrese, e Fabio Basso, responsabile del settore servizi tecnici specializzati del Comune di Pietra Ligure.

Basso, Balbis e Cena sono agli arresti domiciliari, mentre Nencioni è stato colpito dal divieto di ingresso nel Comune di Pietra Ligure. L’accusa per tutti e cinque gli indagati, in concorso, e di aver alterato la gara per l’assegnazione dell’appalto della gestione della raccolta differenziata nel Comune di Pietra Ligure per favorire la vittoria dell’Ata di Savona. Un “aiuto” che, secondo la Procura, era finalizzato a far assumere proprio dall’azienda vincitrice dell’appalto il figlio di Fabio Basso, Luca.

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