Politica

Il sogno savonese di Scajola: “Aurelia Bis, dopo di me tutto fermo. E col Panero ho guardato al futuro”

“Il sogno è che l’Aurelia bis possa partire da Ventimiglia ed arrivare quantomeno a Finale Ligure. Invece è ferma. Ma chi sta governando?”. E’ pungente e ironico come in passato, Claudio Scajola, alla “prima” imperiese del suo rientro sulla scena politica. Al centro del suo affondo le vie di comunicazione: l’Aurelia bis, l’Autostrada dei Fiori, il raddoppio ferroviario, l’Aeroporto di Albenga.

Non le manda a dire, Scajola, a chi ora è al governo: senza di me, attacca, nulla si è più mosso. “Vanno in giro ad inaugurare tombini”, è il leitmotiv dell’ex ministro più volte usato in questi giorni. E porta ad esempio la A10: “Non si potrà mai raddoppiare, è fatta di tunnel e viadotti. Poiché ognuno di noi si accorge che l’imbuto inizia da Albenga, per risolvere dobbiamo fare la Albenga-Carcare-Predosa: taglieremmo la Savona-Torino e la Genova-Milano, e potremmo prendere subito i flussi diretti del Piemonte e della Lombardia. L’abbiamo messo nei nostri sogni – attacca – siamo riusciti nell’ultimo periodo del mio governo a far partire anche la progettazione… ne avete mai più sentito parlare?”.

Sembra che i quasi 4 anni di inattività forzata non siano mai passati. La capacità di graffiare è immutata, così come l’ironia: “E’ come l’aeroporto di Albenga, che è il mio aeroporto personale, perché interessava a me l’aeroporto di Albenga, mica a voi”, scherza. “E’ il mio aeroporto!”, ribadisce più volte convinto, e la sala ride. Poi torna ad affondare: “Mi hanno insegnato che una civiltà si distingue quando riesce a mantenere ed incrementare le vie di comunicazione, non quando le cancella. Se non avessimo difeso con i denti l’aeroporto di Albenga oggi sarebbe come Andora, tutti palazzi”.

Scajola rivendica quella scelta con orgoglio: “E’ stato difeso perché è una via di comunicazione importante; e sappiamo che lì, con il progresso, allungando un poco la pista possono arrivare anche le linee del futuro”. Scajola porta l’esempio dell’Embraer, un aerojet bimotore di fabbricazione brasiliana: è sempre più usato, anche sulla linea Roma-Genova, ha 80 posti, e potrebbe atterrare anche sulla pista di Albenga. “Non tra 50 anni, oggi. E chi ci dice che tra 20 anni non si faccia con gli aerei il decollo verticale? Se uno fa l’amministratore e non individua il futuro non va da nessuna parte”.

L’aeroporto di Albenga, continua Scajola, può avere una valenza per l’intero comprensorio, anche per la Costa Azzurra. “Qualche sera fa ero a cena a Montecarlo – spiega – e un ministro diceva che sono interessatissimi a fare un accordo col Panero perché l’aeroporto di Nizza non ha spazi per fermare gli aerei. E loro sarebbero interessati ad esempio con un servizio facilissimo di elicotteri di collegamento”.

“Eppure – ricorda – per la sinistra io mi interessavo perché era comodo per me. Report ha fatto una trasmissione dicendo che ‘quel matto di Scajola’ aveva messo su una linea di collegamento con Roma dove la presenza media era di 18 passeggeri. Uno che sente la tv pensa “che vergogna, 18 persone su un aereo da 200 posti”… ma qui parliamo dell’aereo bielica che faceva Roma-Genova, che invece di stare fermo nell’aeroporto di Roma perché negli altri collegamenti nazionali non serviva, perlomeno faceva Albenga. Era un’aereo da 27 posti, e se ce n’erano 18 era grasso che colava. Questa è la disinformazione”.

Una nuova puntata della “saga dei tombini”, a cui Burlando ha prontamente replicato su Twitter: “Tombino dopo tombino abbiamo vinto anche a Imperia”. Ironia contro ironia, in attesa di capire se l’intervento di Scajola, che su Albenga ha invitato tutti a “fare un passo indietro” e trovare l’accordo a tutti i costi, riuscirà a dipanare le nebbie in cui al momento si muove il centrodestra.

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