Economia

Confcommercio, il food sharing diventa “business improvvisato” e danneggia le imprese femminili

pasta pranzo

Albenga. “Il food sharing, il cucinare senza requisiti e senza responsabilità presso terzi, dove ciò che dovrebbe essere un dono d’amore, quello di cedere il cibo in eccedenza, si sta trasformando spesso in business per gli approssimativi. Oggi è il tempo delle grandi scelte, in un mercato che sempre di più irrompe, squarciando il tessuto economico e dove, da sempre, le donne fanno economia”. Lo dice la presidente albenganese della Confcommercio Lorenza Giudice, proprio in occasione della Festa della Donna.

Gli esercizi pubblici sono sempre più soppressi e non solo oppressi, da lunghe liste di obblighi che definiti “professionalità e “requisiti” cadono sotto i macigni degli improvvisati. Gli improvvisati non pagano tasse, non affittano locali, non frequentano corsi di aggiornamento, non assumono dipendenti, non detengono strumentazioni acquistate regolarmente, non seguono norme d’igiene…” aggiunge la Giudice.

“Il caro locazioni, voce importante, spinge gli attori delle attività in sede fissa a diventare sempre
più itineranti, trasformisti, alla ricerca infinita di una soluzione che non è facile adattare al tipo di professione, più facile per tipologie differenti ove occorre un’unica stanza, ecco quindi lo spostamento presso terzi con un nuovo ramo produttivo, la “cucina a domicilio”. Questo, adattato al food sharing è corretto, ma solo con i requisiti stessi di chi ha da sempre la responsabilità della manipolazione degli alimenti, proprio in un settore dove sono sempre di più le aziende in rosa…” conclude Lorenza Giudice.

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