Finale Ligure. “Se difendiamo tutti i 4 ragazzi, il motivo è semplice: non hanno fatto niente”. Hanno scioccato un’intera nazione i commenti e le prese di posizione dei ragazzi sui social network, che appoggiano i 4 arrestati ed accusano la giovane di aver esagerato i fatti: “Lo fanno perché devono sopravvivere nel branco”, aveva supposto questa mattina l’avvocato della ragazza, Maria Teresa Bergamaschi.
Ma gli studenti dell’alberghiero non ci stanno a passare per un “branco”: e così, nonostante la richiesta del preside Luca Barberis ai ragazzi di non parlare durante le indagini, uno di loro, che chiameremo Luca, ha deciso di raccontare la loro verità, quella che circola tra gli studenti. E che spiegherebbe la loro apparentemente incredibile decisione di schierarsi con i carnefici anziché la vittima.
“Venerdì pomeriggio, alla fine delle esercitazioni, la classe è risalita negli spogliatoi: i maschi al primo piano, le femmine al secondo – racconta Luca – e lei invece di proseguire con le altre si è fermata a quel piano. Nessuno l’ha costretta, rideva. E’ lei che poi per gioco è salita sulle gambe di uno dei ragazzi e si è fatta toccare”.
A quel punto il professore di cucina (“un uomo, non una donna come hanno detto sui giornali” precisa Luca), risalito per cambiarsi a sua volta, avrebbe sentito degli schiamazzi (“ma non urla”) provenire dallo spogliatoio dei maschi: “E’ entrato e ha trovato tre ragazzi che fanno sala più uno che fa cucina che era arrivato dopo, e in più la ragazza. Non ha visto cosa è successo prima. E così ha dato una nota ai tre ragazzi e alla ragazza, ma non al quarto che non stava facendo nulla”.
In realtà la nota recita che i tre giovani “si comportano in modo indegno e scorretto nei confronti di una loro compagna”. L’avvocato della giovane conferma che il professore avrebbe mostrato la nota sul registro al gruppo “ma la ragazza, in lacrime, non è riuscita a leggere cosa c’era scritto e quindi non sa se la riguardasse”.
“Dopo la nota, sembrava tutto rientrato – continua Luca – Il professore è uscito e ha trovato in fondo alla discesa la ragazza: dato che sono tutti e due delle parti di Loano si è offerto di accompagnarla, ma lei era tranquilla. Il casino è scoppiato solo dopo, quando lei ha parlato a casa e hanno deciso di denunciare”. L’ipotesi di Luca e dei suoi amici è che la giovane, dovendo giustificare con i genitori una nota di quel tipo, abbia deciso di parlare di molestie per non apparire troppo “disinvolta”.
“Non potrebbero averle mai fatto del male in quel poco tempo in cui sono stati soli – insiste Luca – nei giorni dopo sono venuti i Carabinieri a fare una prova per vedere quanto ci si mette dal piano di sotto a raggiungere lo spogliatoio, ci hanno messo 12 secondi”. I Carabinieri non rilasciano dichiarazioni, ma questa sorta di “incidente probatorio” sarebbe parzialmente confermato anche dalla legale della parte lesa, secondo cui però i militari avrebbero rilevato un tempo di percorrenza, necessario al professore per raggiungere lo spogliatoio, di 40 secondi.
“La ragazza ha ingigantito tutto, non c’è stata alcuna violenza – conclude Luca – e ha messo in mezzo anche chi non c’entrava ed era nello spogliatoio per caso”. In realtà bisogna prima sgombrare il campo dalle esagerazioni giornalistiche: alcune testate nazionali hanno parlato di violenza carnale, secondo altre la giovane sarebbe stata costretta ad un rapporto orale da uno dei quattro studenti mentre gli altri tre aspettavano il proprio turno. In realtà la giovane ha accusato i ragazzi di averla palpeggiata sui vestiti e di averla costretta a simulare (ma non praticare) un rapporto orale, avvicinandole il volto ai boxer di un compagno. E lo stesso avvocato della ragazza ha spiegato che lei ha inizialmente accusato soltanto tre dei presenti, ritenendo che il quarto fosse lì per caso e si fosse limitato a non soccorrerla.
Un particolare che infittisce il mistero: lei avrebbe quindi scagionato il quarto spettatore, mentre il gip ne ha disposto comunque l’arresto. Il dubbio è che, per decidere di porre agli arresti quattro minorenni incensurati, il giudice del Tribunale dei Minori abbia in mano testimonianze evidentemente ben diverse da questo racconto.