Genova. Un interrogatorio blindato sotto tutti punti di vista. E’ quello andato in scena questa mattina al Tribunale dei minori di Genova dove, davanti al gip Giuliana Tondina, è stato sentito uno dei quattro studenti dell’alberghiero di Finale arrestato con l’accusa di violenza sessuale di gruppo nei confronti di una compagna di classe di 16 anni. Il riserbo dietro all’audizione, durata un’ora, è stato massimo: il ragazzo è stato “scortato” in tribunale dagli assistenti sociali e fatto entrare ed uscire attraverso ingressi secondari, l’aula è stata oscurata, i cronisti fatti allontanare e il contenuto della testimonianza secretato.
Le uniche notizie certe sono che lo studente, difeso dall’avvocato Alfonso Ferrara, ha risposto alle domande ed ha fornito la sua versione dei fatti. “Abbiamo risposto e fornito il nostro contributo alla prosecuzione delle indagini. Per ora mi sono riservato di presentare una richiesta di attenuazione della misura. Lo farò domani mattina con una memoria” si limita a dire il difensore.
Durante l’interrogatorio il ragazzo avrebbe quindi ribadito la sua versione dei fatti, quella già riferita ai genitori nei giorni successivi all’arresto. E’ probabile quindi che il giovane anche davanti al gip si sia difeso negando gli episodi di violenza, ma, almeno per ora, è difficile sapere di più. Finora il giudice Tondina ha interrogato tre dei quattro arrestati (l’ultimo sarà sentito nelle prossime ore) e l’unica istanza presentata per allggerire la misura di detenzione in comunità, quella dell’avvocato Rocco Varaglioti, è stata respinta.
Secondo l’accusa della sedicenne, i compagni l’avrebbero aggredita il 31 gennaio scorso nello spogliatoio, ma quello sarebbe stato solo l’ultimo di una serie di episodi di molestie: da settimane infatti lei sarebbe stata vittima di “attenzioni particolari” da parte degli indagati che, in diverse occasioni, l’avrebbero palpeggiata sul seno e sul sedere. Abusi, avvenuti sempre a scuola durante i momenti di assenza degli insegnanti, che la giovane avrebbe subito in silenzio, senza raccontare né ai professori né a casa quello che stava succedendo. Fino all’episodio dello spogliatotio dopo il quale si era decisa a raccontare tutto.