Cronaca

Rinchiusa da due anni, schiava di marito e cognato: 26enne liberata dai Carabinieri ad Andora

Carabinieri Alassio

Andora. Potrebbe sembrare impossibile che nel terzo millennio si debbano raccontare ancora episodi del genere, ma purtroppo è realtà la storia di T.B., 26enne marocchina giunta in Italia con il marito ed il cognato, con prospettive di una vita migliore, che si è trovata invece a dover vivere un’esistenza tragica e violenta.

La ragazza da due anni era rinchiusa in una casa di Andora con il divieto di uscire: ogni sua richiesta veniva rifiutata con schiaffi e pugni, il suo unico dovere era quello di servire il marito ed il fratello alla stregua di una schiava.

La giovane però non si è mai data per vinta, ed all’insaputa dei due uomini ha fotografato quotidianamente i segni e le lesioni sul suo corpo, segni indelebili di una storia che giorno dopo giorno diventava sempre più violenta ed insopportabile. Un drammatico book fotografico mai pubblicato per la paura che quotidianamente accompagnava la sua vita e che avrebbe sicuramente portato ad una drammatica conclusione.

Ma ieri pomeriggio, con coraggio ha deciso di chiamare i carabinieri e raccontare la sua storia. L’operatore del 112, pur con difficoltà, per via di un linguaggio appena comprensibile, si è reso conto della situazione e ha inviato immediatamente un’autoradio dell’aliquota radiomobile. Questa, giunta sul posto, ha dapprima soccorso la donna facendola accompagnare al Pronto Soccorso, e immediatamente dopo ha intercettato i due uomini, che cercavano di sottrarsi al controllo dei militari.

Marito e cognato sono stati quindi accompagnati negli Uffici della Compagnia Carabinieri di Alassio, per l’identificazione e i dovuti accertamenti del caso: si tratta di Rahal El Karroui, 40enne, e Abdelkader El Karroui, 30enne marito della donna.

Provvidenziale è stato il fatto che il capo equipaggio dell’autoradio conoscesse numerose parole di arabo, condizione che immediatamente gli ha fatto comprendere la gravità della situazione raccontata dalla donna. Ulteriore sviluppo negli accertamenti si è avuto grazie all’intervento di un interprete che chiaramente ha potuto descrivere e raccontare la triste vicenda.

Per la donna, ora in una struttura protetta, la fine di un incubo e la speranza di una vita migliore. Ai militari ha consegnato anche una scheda di memoria con tutte le fotografie delle violenze subite: per il Pubblico Ministero non ci sono stati dubbi, arresto immediato per maltrattamenti, lesioni, atti persecutori continuati e sequestro di persona. Saranno interrogati domani mattina dal gip Fiorenza Giorgi.

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