Cronaca

Operazione Trash, parla la presidente di Ata: “Noi estranei, le altre gare non in dubbio”

sara vaggi

Pietra Ligure. Il fulmine dell’operazione “Trash”, oltre a sconquassare il Comune di Pietra, si è abbattuto anche su Ata, l’azienda che nell’aprile del 2013 si sarebbe aggiudicata l’appalto per la raccolta della differenziata solo grazie alla “mediazione” di due dipendenti, Mario Cena e Roberto Balbis, a cui sarebbe stata garantita la vittoria dai dirigenti del Comune in cambio dell’assunzione di Luca Basso, figlio di uno dei dirigenti.

La presidente di Ata, Sara Vaggi, si dice tranquilla e fiduciosa nell’operato della magistratura: “Mi trovo in linea con quanto già detto dal sindaco di Pietra Ligure, non abbiamo mai nutrito alcun sospetto ed abbiamo appreso della cosa solo stamattina dai media. Nutriamo fiducia nell’indagine, riteniamo di aver operato sempre in maniera corretta e trasparente e quindi ci sentiamo tranquilli. Ora vedremo cosa succederà – continua – abbiamo fiducia nei nostri dipendenti e speriamo che alla fine si dimostrino innocenti, ma in ogni caso l’obiettivo primario è quello di tutelare l’azienda. In quella gara riteniamo di aver agito in maniera corretta: se illecito c’è stato, è stato opera di singoli, e lo prova il fatto che presidenza e direzione di Ata non siano coinvolti nell’indagine”.

Il pericolo per Ata, ora, è rappresentato dal fatto che la vittoria della gara di Pietra Ligure fu una vera e propria “rampa di lancio” per l’azienda, che su quel successo ha costruito un’espansione in svariati comuni del territorio. Ma anche se a dare il via a questa crescita fosse una gara truccata, puntualizza Vaggi, sarebbe un fatto isolato: “Oserei dire che abbiamo perso più gare di quelle che abbiamo vinto. Prima di Pietra Ligure abbiamo perso due grandi appalti, Albenga e Cairo, dove siamo arrivati addirittura penultimi. Poi abbiamo vinto Pietra e alcune gare più piccole, come Giustenice e Castelbianco”. Gli altri comuni acquisiti, come Stella, Mallare o Plodio, sono entrati direttamente in società, a prescindere quindi da una procedura di gara.

“Certo, sono amareggiata perché in un momento in cui Ata è in forte espansione questa notizia può danneggiarci e intimorire i Comuni che magari pensavano di entrare in società; mi auguro però che non si faccia di ogni erba un fascio e che ognuno si assuma le sue responsabilità, anche per rispetto a tutti i lavoratori onesti che ci sono in Ata”, conclude Sara Vaggi.

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