Cronaca

Omicidio di Andora, un mistero lungo un anno: l’ultima speranza di dare un volto al killer nell’analisi delle tubature

incendio andora via leopardi

Andora. Una traccia, anche minima, lasciata dall’assassino. E’ quella che, da ormai più di un anno, senza trascurare alcun dettaglio, gli inquirenti stanno cercando per poter risolvere l’enigma della morte di Giovanni Vassallo, il sessantottenne di Biella trovato carbonizzato nel dicembre del 2012 all’interno della sua casa di via Leopardi ad Andora.

Fin dalle prime ore di indagine, gli inquirenti hanno setacciato l’appartamento della vittima, pesantemente danneggiato da un incendio, per cercare un segno lasciato dal killer. In particolare, con il contributo dei carabinieri del Ris di Parma, che hanno analizzato moltissimi reperti prelevati nella casa, si è cercata una traccia di DNA diverso da quello di Vassallo. Una ricerca che, purtroppo, finora è stata senza esito.

L’ultima speranza del sostituto procuratore Daniela Pischetola, che ha coordinato l’indagine, è riposta nei risultati dell’esame sulle tubature e sui lavandini dell’alloggio. Chi ha colpito il sessantottenne (che è stato ucciso con un colpo d’ascia alla testa e da fendenti in altre parti del corpo) potrebbe essersi infatti lavato le mani o pulito i vestiti nel bagno o nella cucina di via Leopardi. Di qui la decisione di far analizzare anche gli arredi al Ris che, nelle prossime settimane, dovrebbero comunicare l’esito della verifica. Se nei tubi venisse trovato il DNA di un estraneo si potrebbe aprire una nuova pista, in caso contrario l’inchiesta resterebbe ad un punto morto.

Tutti i meticolosi accertamenti svolti finora (sia sulle telecamere di videosorveglianza delle vie limitrofe alla casa del delitto, sia quelli all’interno dell’appartamento, sia sui tabulati telefonici) non hanno infatti portato ad alcun risultato. Chi ha ucciso Giovanni Vassallo, complice anche l’incendio che ha distrutto la stanza dove l’uomo è stato ritrovato, sembra non aver lasciato nessuna traccia dietro di sè.

In un primo momento gli inquirenti avevano scavato nella vita privata del pensionato piemontese, che da tempo non viveva con la famiglia in favore di amicizie maschili, ipotizzando un movente passionale. Ipotesi che però non ha trovato riscontri concreti. Chi e perché abbia ucciso Giovanni Vassallo resta quindi ancora un mistero. Un giallo che, almeno per ora, sembra destinato a restare tale.

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