Andora. Continua a generare discussioni e polemiche la vicenda del treno deragliato ad Andora, che pure si avvia verso la conclusione con la riapertura del binario prevista per il 10 marzo.
Il senatore genovese Maurizio Rossi, di Liguria Civica, racconta di aver parlato con il ministro Lupi per quel che riguarda la questione dei costi: “Mi sembrano inutili le polemiche, sollevate sugli organi di informazione, su chi debba pagare i lavori per il ripristino del binario unico ad Andora” spiega, riferendosi allo scontro tra Rfi, che ha parlato di una convenzione per dividere il conto con gli enti, e la Regione che ha negato l’esistenza di questo accordo.
“Questi problemi vanno trattati con calma – continua Rossi – e ora che possiamo davvero complimentarci con il riconfermato ministro Lupi per aver rispettato l’impegno preso nei tempi stabiliti, anzi in anticipo, non si devono aprire dibattiti che non hanno nulla di definito. In ogni caso ho parlato con il Ministro, segnalandogli che sta montando questo caso e chiedendogli di occuparsene direttamente, parlando lui stesso con Rfi. Il ministro Lupi mi ha garantito che nei prossimi giorni, appena incontrata Rfi, spiegherà la sua proposta per arrivare a una soluzione”.
Del deragliamento di andora si è parlato anche all’Unione Europea. L’onorevole Susy De Martini, europarlamentare di Forza Italia/ECR, è intervenuta oggi in aula nel corso del dibattito sul Quarto pacchetto ferroviario, denunciano ancora una volta la situazione della Liguria: “Sulle ferrovie la UE è avulsa dalla realtà – ha detto – Il settore ferroviario italiano ha urgente bisogno di essere modernizzato. L’alta velocità, l’unica considerata dai relatori, collega solo pochissime tratte e il resto della rete è in uno stato deprecabile”.
In Liguria, denuncia l’onorevole, la situazione è peggiore che altrove: “La distanza che collega il porto di Genova, uno dei più importanti del Mediterraneo, al confine francese è di 147 chilometri e per percorrerla un treno impiega 3 ore con almeno mezz’ora di attesa a Ventimiglia o Mentone per mancanza di accordo tra ferrovie francesi e italiane. E noi siamo qui a parlare di pacchetto ferroviario europeo? In seguito all’ennesima interruzione, per rimuovere un treno ci sono voluti 38 giorni e 2 milioni e mezzo di euro per inspiegabili ritardi organizzativi. Rimarco quindi che in Liguria le infrastrutture sono obsolete e i cittadini gravemente discriminati perché pagano un prezzo troppo alto per un servizio francamente inaccettabile”.