Cronaca

Alassio, Mario Riboldi scrive al Comune: “Le vostre proposte caritatevoli non ci intessano, ci serve un alloggio popolare”

mario riboldi

Alassio. “Hanno infangato il mio nome, voglio replicare per far conoscere a tutti la mia opinione. Mi sembra giusto, soprattutto nei confronti dei tanti cittadini che mi sono vicino”. Così Mario Riboldi, 58enne alassino, torna a parlare riguardo alla sua vicenda, ribadendo: “Ho solo bisogno di una casa popolare”.

L’uomo, di origini piemontesi, con due malati in casa e senza un lavoro, da tempo conduce una battaglia per ottenere un alloggio, al momento senza successo. Attualmente vive nella sua abitazione di Solva, sulle alture di Alassio, in attesa che si trovi una soluzione degna per sé e la sua famiglia. La data dello sfratto, 26 aprile, incombe.

Nei giorni scorsi, Riboldi ha scritto una lettera al sindaco di Alassio. “Penso che ci sia da meditare – scrive sul suo profilo Facebook. Basta menzogne contro noi, ma risposte concrete”.

La lettera è stata scritta da 58enne in risposta ad un’altra lettera che il 28 gennaio il Comune gli aveva scritto, ribadendo i motivi dello sfratto. Riboldi cita l’articolo 38 della Costituzione Italiana, secondo il quale “Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale”.

“Abbiamo formulato da anni la richiesta di un’abitazione adatta alle nostre esigenze – scrive -. Le vostre proposte caritatevoli ‘una tantum’ di aiuto in denaro (da noi non richiestovi) sono insufficienti per pagamento di affitti, cauzione, spese agenzia. Sottolineiamo che i nostri problemi famigliari abitativi, a voi noti e riccamente documentati, non possono essere risolti una tantum”.

“Ci proponete una borsa lavoro – prosegue – di 300 euro mensili insufficienti per spese di locazione, bollette, alimenti, cure. E poi, quale lavoro? Dove? Con quale orario e mansione? Avete considerato la mia età e condizioni di salute? Devo garantire al mio nucleo famigliare assistenza continua e non, come da voi propostoci, una badante a nostre spese”.

“Vi chiediamo cortesemente – ribadisce Riboldi – di cessare di rilasciare interviste a enti, persone e mass media a noi vicini non corrispondenti al vero. Ad esempio, noi non abbiamo mai rifiutato case proposteci gratis, bensì non disponendo di denaro a malincuore abbiamo dovuto rinunciare alla casa di Albenga di proprietà di privati, gestita da un’agenzia che ci chiedeva 550 euro mensili, contratto quattro più quattro, depositi cauzionali, eccetera”.

“Spero che voi sappiate – sottolinea – che è illegale stipulare un contratto transitorio per un residente e comunque, come da voi scritto, il costo sarebbe a nostro completo carico. Noi, da parte dei vostri uffici, non abbiamo mai ricevuto né rifiutato pagamenti di bollette e ricevuto buoni alimentari”.

“Non ho rifiutato lavori da voi proposti – precisa Mario -, bensì, non sapendo nuotare, al colloquio con il responsabile della cooperativa spiagge libere ho dato la mia disponibilità per altre mansioni, non ricevendo più risposta”.

“Le situazioni di gravità abitative ad Alassio di altre famiglie ci rammaricano ma sapere i nostri e i loro problemi non risolve nulla – conclude -. Per voi è urgenza immediata risolvere il nostro problema casa”.

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