Cronaca

Spese pazze, Scialfa in manette per pericolo di reiterazione del reato. Ecco il “metodo De Lucchi”

scialfa

Genova. Pericolo di reiterazione del reato: questo ha portato il gip Roberta Bossi ad firmare l’ordinanza di custodia cautelare chiesta dal sostituto procuratore Nicola Piacente per l’ex vice presidente della giunta ligure e ex capogruppo dell’Idv Nicolò Scalfa, tuttora consigliere regionale.

Secondo l’accusa Scialfa, insieme al tesoriere De Lucchi si sarebbero appropriati di circa 70 mila euro di soldi pubblici destinati al gruppo e avrebbero falsificato due verbali di approvazione dei rendiconti relativi uno al rendiconto delle spese del 2010 e l’altro relativo alle spese del 2011.

Il sistema era questo: De Lucchi prelevava dalla banca le somme di anticipo per i consiglieri del gruppo (somma tra mille e 2 mila euro al mese per ciascun consigliere) e in più a Scialfa in quanto capogruppo veniva data un’ulteriore somma per il fondo cassa. Solo Scialfa e il tesoriere Scialfa De Lucchi potevano operare sul conto corrente e sulla carta di credito del gruppo consigliare. Facendo il calcolo tra le somme prelevate e le somme distribuite, è venuta fuori la differenza di circa 70 mila euro. Secondo quanto ricostruito dalla procura, per giustificare gli ammanchi sarebbero stati falsificati due verbali di approvazione dei rendiconti relativi uno al rendiconto delle spese del 2010 e l’altro relativo alle spese del 2011. In questi verbali si dava atto che c’era stata una riunione fra tutti i consiglieri dell’Idv in cui si approvava il rendiconto ma le riunioni non si tennero.

Il verbale del 2010 è firmato dal solo Scialfa il 29 gennaio 2011, mentre quello del 2011 è stato firmato da Scialfa e Quaini nel marzo 2012, ma Quaini non ha mai firmato quel verbale. La firma secondo gli investigatori è stata fatta da De Lucchi. Per questo i due sono accusati anche di falso materiale e falso ideologico.

Per De Lucchi l’ordinanza di custodia cautelare è stata rifiutata dal gip in quanto non avrebbe più alcun ruolo nel partito, ragion per cui il reato non potrebbe essere reiterato.

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