Cronaca

Spese pazze, Nicolò Scialfa rimane ai domiciliari: respinta richiesta degli avvocati

scialfa

Liguria. Rigettata la richiesta di revoca del provvedimento di arresti domiciliari per Nicolò Scialfa, ex vicepresidente della Regione ed ex capogruppo Idv arrestato nell’ambito dell’inchiesta sulle “spese pazze” in Liguria.

Il gip del Tribunale di Genova Roberta Bossi ha infatti rigettato la richiesta presentata dagli avvocati di Scialfa, che deve rispondere delle accuse di peculato e falso in atto pubblico per un ammanco di 70 mila euro dai fondi del gruppo regionale.

I difensori, Andrea Vernazza e Guido Colella, avevano presentato la richiesta venerdì scorso nel corso dell’interrogatorio di garanzia. Secondo il giudice l’interrogatorio sarebbe stato lacunoso e per questo avrebbe rigettato la richiesta.

“L’atteggiamento tenuto da Scialfa durante l’interrogatorio – si legge nell’ordinanza – connota negativamente la sua personalità, avendo egli fornito solo dichiarazioni evasive, reticenti, a tratti sconfinanti nell’assurdo, palesemente menzognere, tutte comunque finalizzate a stravolgere l’evidenza anche davanti a realtà documentali”.

Nell’ordinanza si afferma inoltre che Scialfa ha continuato a usare i contributi regionali anche nel 2012 “tra l’altro per l’acquisto di mobili d’ufficio di consistente valore non destinati all’arredo degli uffici regionali a disposizione dei consiglieri”.

Il gip scrive delle dichiarazioni di Scialfa nelle quali farebbe riferimento “al fatto che non fosse suo desiderio rivestire la carica di consigliere o di presidente del gruppo; sebbene responsabile della gestione finanziaria del gruppo in base al regolamento da lui stesso predisposto, non si è mai interessato delle questioni economiche; non ha mai preso visione dei rendiconti stilati ogni anni da De Lucchi, limitandosi a firmarli senza leggerli perché si fidava; non sapeva che il trattamento economico a lui riservato dalla legge comprendesse anche una somma a titolo di rimborso forfettario delle spese, in quanto non riguardava le singole voci indicate nello statino dello stipendio, ma solo l’importo finale”

Un quadro accusatorio giudicato pesante, anche perché – si legge – il presidente della Regione Liguria Claudio Burlando suggerì a Scialfa a gennaio dello scorso anno di rifondere il danno economico arrecato alla collettività. “Burlando chiama Scialfa – scrive il magistrato – e gli chiede se ha visto l’elenco delle spese pubblicate dai giornali e gli propone di dare un segnale, loro che sono coinvolti, dando 10/20 mila euro a qualche associazione cittadina”.

“Se davvero la motivazione della sua rinuncia ai soldi erogati dalla Regione fosse veramente dipesa da una presa di coscienza della gravità delle proprie azioni, avrebbe accettato il consiglio del presidente”.

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