Politica

Segreteria ligure Pd, Lunardon si presenta in stile “renziano”: burocrazia, costi e ambiente cuore del programma

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Genova. Anche una delle città più rosse, oltre quelle della regione Emilia, si adegua allo stile Matteo Renzi. Sala buia. Il candidato alla segreteria regionale del Partito Democratico che gira in tondo per la sala senza fermarsi dietro un podio. Schermi tutti attorno con slogan seducenti. Microfonino televisivo, mani libere di muoversi. Anche le parole d’ordine di Lunardon, che dice di non voler fare un gioco di correnti e accuratamente quanto cita Matteo Renzi cita anche Pierluigi Bersani, ricordano molto i refrain del sindaco di Firenze e neo-segretario nazionale.

“Noi dobbiamo eleggere il segretario del Partito Democratico in Liguria e le correnti non sono al centro del Congresso, non dobbiamo mettere al centro solo l’elezione. Le correnti sono un relitto della prima Repubblica”.

Chiarito quello, ecco i temi: “Noi ci dobbiamo sfidare sull’innovazione e sulle idee, noi dobbiamo parlare della Liguria, del lavoro, di una rivoluzione aperta, di una nuova stagione, degli enti locali, del welfare, dei diritti e della legalità. Oggi la Liguria attraversa una crisi molto forte e una nuova classe dirigente deve sapere rischiare. E’ finita la stagione dei caminetti. Ciauscuno di noi deve metterci la faccia”.

La prima proposta di reale rotturo con l’establishmente è quella di eliminare il passaggio dai circoli e andare dritti alle primarie: “Far vivere alla Liguria una grande stagione di dibattito politoco”.

Poi il programma dei primi tre mesi di politica, tre punti, chiari e molto, molto renziani: “Costi della politica, dobbiamo portare le indennità dei consiglieri regionali a livelli dei sindaci delle città capoluogo. Deve sucedere anche in Liguria”. Secondo: “Dobbiamo impegnarci sullla semplificazione, la regione ha fatto una legge importante. Ci dobbiamo misurare con gli standard delle altre regioni. Procedimenti amministratvi più snelli”. Terzo punto: “Riduzione del consumo del suolo, bisogna mettere a posto il vecchio e non costruire sul nuovo”.

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