Regione. Promosse con un giudizio tra il sufficiente e il buono le autocarrozzerie liguri dopo l’audit ambientale, il primo in Italia, che ha messo sotto esame 255 imprese del settore (su un totale di 540 attive sul territorio regionale). L’analisi fa parte del progetto “adozione in via sperimentale di pratiche di autocontrollo in materia ambientale” finanziato dalla Regione Liguria, in collaborazione con Arpal, ideato e coordinato sul territorio da Confartigianato Liguria attraverso i propri esperti delle associazioni provinciali. Delle 255 imprese coinvolte oltre la metà (144, il 56%) sono di Genova, 41 di Imperia (16%), alla Spezia 20 (8%) ed infine Savona con 50 imprese (20%). Sul totale di quelle che non hanno aderito il 10% lo ha fatto perché chiuderà l’attività nella prima metà del 2014.
“Ascoltare le imprese – spiega l’assessore regionale alla formazione, Pippo Rossetti – e aiutarle concretamente nell’esercizio delle loro attività: è l’impegno che l’amministrazione regionale sta portando avanti con una serie di iniziative coordinate e sinergiche tra loro. In tale quadro si è inserito perfettamente il progetto di Confartigianato Liguria che ha rappresentato sicuramente una best-practice, sperimentale ed innovativa nel panorama nazionale”. Le imprese sono state intervistate sulla base di una check-list per l’autovalutazione, una vera e propria scheda di audit composta da 54 indicatori individuati dai tecnici di Arpal e condivisa con gli esperti di Confartigianato. Sei le aree di autovalutazione di conformità: adempimenti di carattere amministrativo, conformità all’autorizzazione, rispetto delle prescrizioni di carattere generale e delle prescrizioni tecniche, rispetto degli obblighi di legge nella gestione dei rifiuti e altri adempimenti. Tra i punti piu’ critici gli scarichi, le immissioni in atmosfera e i lavaggi. A Genova non sono risultate in regola il 20% delle imprese visitate, ad Imperia il 12% alla Spezia l’85% ha situazioni non conformi alla normativa e a Savona il 16%. Alcuni problemi anche sul fronte dei sistemi di lavaggio che dovrebbero essere a ciclo chiuso: circa un quarto delle imprese visitate presenta una situazione non idonea alla normativa in vigore in tutte le province.
“I risultati del progetto di autocontrollo – commenta Luca Costi, segretario regionale di Confartigianato Liguria – confermano, da parte delle carrozzerie liguri, una generale applicazione della normativa non solo dal punto di vista formale ma anche sostanziale. Abbiamo inoltre rilevato che le leggi e le disposizioni regionali, prevedendo un sistema complesso di azioni e di procedure, comportano per gli imprenditori un notevole e gravoso impegno organizzativo e finanziario”. “Alla luce dei risultati conseguiti, – spiega l’assessore regionale all’Ambiente Renata Briano – riteniamo di poterci impegnare nel far sì che la metodologia, seguita in modo sperimentale per il settore delle carrozzerie, possa essere messa a regime per tutti gli altri settori, continuando nel percorso di avvicinamento tra pubblica amministrazione e mondo delle imprese”. «Possiamo sostenere – conclude Pino Pace, presidente regionale Carrozzieri Confartigianato Liguria – che spesso, se presenti, le inadempienze, o più semplicemente le “dimenticanze” rilevate sono la spia di un sistema di obblighi vissuti il più delle volte dalle imprese come mera imposizione burocratica: al contrario il nostro progetto ha permesso di costruire insieme le check-lists utilizzate dagli organi di controllo, semplificandole laddove possibile, di aiutare le imprese ad applicare le normative in modo corretto e di indicar loro la strada per porre in essere i correttivi e i possibili incentivi esistenti sul mercato”.