Economia

Imprese artigiane di montagna, alla Liguria il primato: sono 33 ogni mille abitanti

Giancarlo Grasso

Liguria. La Liguria si classifica al primo posto per numero di imprese artigiane ogni mille abitanti nei Comuni montani. È il dato che emerge, forse anche un po’ a sorpresa, dall’ultima analisi dell’Ufficio studi di Confartigianato che ha preso in esame la montagna come territorio strategico per le pmi italiane.

La nostra regione, per presenza di “artigiani ad alta quota”, raggiunge il Piemonte (33 ogni 1.000 abitanti), batte la Valle d’Aosta (32), la Lombardia (29), il Veneto (28) e supera di 10 punti la media italiana (23). Genova tocca addirittura il picco di 39 imprese ogni mille abitanti, quarta città d’Italia per incidenza sociale dell’artigianato nelle aree interne.

Attive nei 187 centri classificati montani (sopra i 600 metri s.l.m) in Liguria sono 61.442 imprese (il 37,2% del totale regionale), di cui 19.177 artigiane (il 41,5% dell’intero comparto), dando lavoro a 36.211 addetti (il 41,9% dell’occupazione artigiana ligure). I settori in cui operano in prevalenza le imprese dell’entroterra sono l’edilizia (9.863), i servizi (9.863) e il manifatturiero (3.290). A livello provinciale, spicca la provincia di Savona che, con 62 Comuni montani e una popolazione di 258.370 residenti, ha un’incidenza di addetti impiegati nell’artigianato dell’entroterra del 92,9% con 28.757 imprese attive al terzo trimestre 2013 (di cui 8.843 artigiane) e 16.967 addetti.

“La fotografia scattata a questo spaccato dell’economia ligure – spiega Giancarlo Grasso, presidente di Confartigianato Liguria – evidenzia che nell’entroterra della nostra regione a rappresentare l’asse portante del tessuto imprenditoriale sono le piccole e piccolissime aziende dell’artigianato, che costituiscono la culla del manifatturiero locale”. A livello dimensionale, le imprese dell’entroterra non raggiungono la media dei 10 addetti, ma detengono il 113,1% di indice di specializzazione del comparto manifatturiero della Liguria.

“Antichi mestieri e saperi della tradizione sono l’ultimo baluardo a difesa di un territorio difficile, come quello dell’entroterra ligure, sempre più a rischio abbandono con tutto quello che ne consegue” dice Grasso. I dati sullo stato di salute delle imprese che operano nei Comuni più lontani dalla costa ligure è preoccupante. Il calo delle aziende artigiane nelle località interne della Liguria è stato, tra il terzo trimestre 2012 e il terzo trimestre 2013, quello peggiore d’Italia: -4% contro la media nazionale del 2,5%, registrando una diminuzione ancora maggiore di quello dei centri non “montani” (-3%).

“Sono dati allarmanti e che devono fare riflettere – conclude Grasso – se chiudono le imprese che con coraggio hanno resistito dando lavoro e vivacità anche in territori difficili per la vita di un’azienda, assisteremo a un’ulteriore e progressiva desertificazione del nostro entroterra e gli effetti saranno negativi sia sul piano sociale sia su quello ambientale. Non solo: l’entroterra ligure custodisce la qualità manifatturiera e, se adeguatamente valorizzato, rappresenta un territorio strategico per la competitività dell’artigianato e delle pmi. Sarebbe opportuno dei piani, nazionale e regionale, che preveda anche l’utilizzo dei fondi europei 2014-2020 per interventi finalizzati a sostenere le attività produttive e a colmare i gap infrastrutturali che comprimono le potenzialità economiche del nostro entroterra, spesso addirittura isolandolo come abbiamo visto, per esempio, in questi ultimi giorni”.

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