Politica

Dissesto idrogeologico, “Noi per Savona”: “Riborgo progetto dannoso”

maltempo gennaio 2014

Savona. “Fermo restando che sono indubbie la superficialità e l’imprudenza che spesso sottendono gli interventi edilizi, bisogna ricordare che qualcuno ha comunque autorizzato i tecnici ad eseguire le operazioni di trasformazione del territorio e che la tendenza delle amministrazioni locali è sempre quella di ridurre i vincoli previsti dalla legislazione nazionale e dalle normative regionali”. Così Daniela Pongiglione del gruppo “Noi per Savona” sul dissesto idrogeologico nel savonese.

“Si cerca di derogare al Piano territoriale di coordinamento paesistico ed ai Piani di bacino, si invocano pretestuosamente riqualificazioni di zone definite degradate anche per la sola presenza di rovi, per cui l’adesione ai principi di non consumo del territorio risulta solo di facciata. Qualcuno arriva perfino, con intervalli di pochi anni, a proporre la copertura dei fiumi come soluzione nuova e geniale. La catastrofe è spesso annunciata, ma a volte è imprevedibile: ricordiamo che la frana della villetta a Monte Moro è stata causata dalle infiltrazioni su un piccolo sentiero a monte, ricordiamo gli smottamenti recenti su Aurelia, ferrovia e autostrada a Bordighera, Sanremo, Andora, Alassio, Borghetto, Noli, nel genovese e nello spezzino, la frana di Murialdo e delle strade dell’entroterra, le alluvioni più o meno recenti di Savona, di Sanremo, di Voltri, di Genova, di Vernazza…”.

“Noi per Savona – Verdi” ha sempre avuto posizioni chiare sulla necessità di non rinviare alle prossime generazioni gli interventi di sistemazione del territorio e ha presentato all’amministrazione comunale richieste di impegno in ambito ambientale, dalla adesione al Patto europeo dei Sindaci, al progetto “Salviamo il Paesaggio” e presenterà un’interpellanza sul problema del dissesto idrogeologico. Crediamo perciò che, nella situazione di conclamata emergenza, sia assolutamente inopportuna la realizzazione di progetti edilizi che andrebbero a incidere ancora di più sul fragile assetto territoriale, come quello di Riborgo”.

“Riteniamo inderogabile che i piani deputati alla salvaguardia realmente operino in tal senso e che vengano individuate le priorità degli investimenti pubblici: la messa in sicurezza del territorio deve precedere la realizzazione di nuove strutture” conclude.

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