Cronaca

Deragliamento Andora, Floris: “Ora raddoppio anche tra Andora e Finale, altrimenti un’incompiuta”

Andora. Il tempo dei sopralluoghi e delle discussioni è finito: dopo i vertici di questi giorni sulla situazione della frana sul binario di Andora, ora inizia la seconda fase. Obiettivo stabilizzare, riportare tutto alla normalità. Il sindaco Franco Floris mostra cauto ottimismo: “Speriamo che il tempo ci aiuti e consenta un programma serio di interventi, permettendo di togliere immediatamente motrice e vagoni e sistemare questa frana. Sono soddisfatto per le parole dell’amministratore delegato di RFI, che si è impegnato ad intervenire con la supervisione della Protezione Civile. Ora spero si possa fare in fretta, e che si ritorni alla normalità”.

Nel frattempo sono diventate operative una serie di linee sostitutive su autobus. Un ripiego “a tempo” che Floris si augura duri il meno possibile: “E’ fondamentale ripristinare questo servizio, così importante per il nostro territorio. E non solo per Andora: questo tratto di ferrovia ha un ruolo strategico al livello nazionale”.

Una linea, quella che transita ad Andora, in cui da anni i lavori per il previsto raddoppio sono bloccati. Qualcuno dice che forse su altre linee le soluzioni sarebbero state più rapide: “Inutile parlare del passato – chiude le polemiche il sindaco – Mi auguro che quest’esperienza, che fortunatamente non ha avuto conseguenze sulle persone, faccia capire l’importanza del raddoppio ferroviario a monte, per la sicurezza di tutti noi e per lavorare al meglio. Ora riparta il cantiere Andora-San Lorenzo: è fermo da un anno e mezzo, è una vergogna. Ma che si parli anche dell’Andora-Finale, perché altrimenti senza quello andremmo a fare un’incompiuta, l’ennesima incompiuta italiana”.

Il terzo piano del Comune, nel frattempo, è ancora sotto sequestro da parte della procura. Floris invoca, anche qui, tempi rapidi: “Stamattina ho mandato un fax, poi telefonerò per trovare una soluzione che consenta alla Procura di fare il suo mestiere, come è giusto, ma dall’altra parte consenta anche a noi di lavorare. Penso solo alle mail e alla posta che dobbiamo guardare, agli interventi che dobbiamo fare, al controllo del territorio… ho 16 persone a casa con 10 uffici chiusi, non posso certo permettermelo”.

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